Avendo accettato, con entusiasmo e profondo senso di responsabilità, l’invito ad occuparmi della patologia diabetica vista dal punto di vista del paziente fattomi dal segretario generale di Anio Girolamo Calsabianca, espongo i principi cui si ispireranno gli articoli che nel tempo scriverò. Nel corso dei miei venti e forse più anni di militanza nell’esercito dei pazienti diabetici, in continuo aumento purtroppo, ho potuto constatare che l’argomento è stato trattato in modo preciso, scientifico ed attento da professionisti del settore indiscutibilmente preparati, presenti e coinvolti. Appare quindi necessario ed opportuno tenere conto delle mutate esigenze sociali che hanno visto finalmente sedere ai tavoli dei comitati consultivi i rappresentanti dei pazienti con lo scopo ben preciso di fare ascoltare anche la loro voce. Le ridotte disponibilità economiche della sanità pubblica e la conseguente necessità di ottimizzare la spesa sanitaria, dando servizi quanto più vicini agli standard previsti dalle Istituzioni, diventano un dictat imprescindibile. In questo modo credo possa diventare un valore aggiunto fondamentale e determinante quello che scaturisce dalla conoscenza dell’esperienza del paziente con diabete nella gestione quotidiana, variegata e dalle molteplici sfaccettature della sua patologia. Sicuramente quest’ulteriore contributo fornirà a tutti quelli che si occupano della patologia, a vario titolo ed in diversi modi, una visione più reale e realistica che permetterà loro di arricchire ed impreziosire il loro lavoro rendendolo ancora più indispensabile per una migliore qualità di vita del paziente. Secondo quanto da me percepito e metabolizzato nel corso degli anni vissuti in stretta compagnia con il mio diabete è diventato fondamentale il principio che da soli si peggiora la propria vita minimizzando spesso i risultati e vanificando, qualche volta, anche il lavoro degli altri. Tutti assieme possiamo anzi dobbiamo combattere il diabete e le sue tremende complicanze, ponendoci ed imponendoci come meta finale la totale e definitiva cancellazione di questa patologia dalla faccia del pianeta. I pazienti lo sanno, le Istituzioni lo sanno, le case farmaceutiche lo sanno, gli scienziati che studiano questa piaga sociale lo sanno, le diverse figure mediche dedicate lo sanno ed allora perché il fenomeno sembra inarrestabile ed assume sempre più dimensioni e proporzioni di vera emergenza? Forse occorrono meno solisti e più coristi nella composizione ed esecuzione di questa splendida opera che potremmo titolare Inno Alla Vita il cui canto finale dovrà essere non Vincerò ma Vinceremo, perché ci siamo finalmente presi tutti per mano. Le Associazioni di categoria hanno un ruolo fondamentale a patto che la loro classe dirigente si ponga il solo obiettivo di operare lavorando sempre ed esclusivamente per il bene dei pazienti che rappresentano, evitando con scienza e coscienza altre strade da percorrere con l’intento di raggiungere altre mete, magari apparentemente più ambiziose ed utili per gli iscritti. Io, come ho anticipato all’inizio di questa mia presentazione, racconterò le mie esperienze di paziente con diabete descrivendo le mie sensazioni, i miei timori, le mie perplessità, dubbi ed angosce che hanno scandito il tempo della mia vita arricchendola e facendomi scoprire di averne parlato sempre molto poco. Purtroppo si commette un gravissimo errore nel credere, erroneamente, che tutto ciò sia solo riservato a noi invece di scoprire che è uno status condiviso, più di quanto non si possa immaginare, dalla popolazione delle persone con diabete. La mia unica presunzione è di rendere un servizio ai miei amici/colleghi diabetici fornendo loro l’opportunità di parlare della condizione di vita che il buon Dio ci ha regalata ritenendoci in grado di affrontarla e capaci di superarla. Con spirito di servizio Vi saluto e Vi faccio i migliori auguri per le prossime festività, dandoVi appuntamento a presto.
Benedetto Alabastro
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