E’ italiano il primo report dei risultati ottenuti con l’utilizzo della “navigazione computer assistita” nella ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio. E’ stato presentato, oggi, venerdì 21 novembre, in anteprima mondiale durante il 46° Congresso Internazionale di Chirurgia Ortopedica e Traumatologia (SICOT) in corso in Brasile a Rio de Janeiro. A realizzare questa rivoluzionaria operazione è stato il prof Norberto Confalonieri, presidente dell’Associazione Internazionale di Chirurgia ortopedica Computer e robot Assistita (C.A.O.S.), nonché primo medico in Italia ad aver utilizzato la chirurgia computer assistita in ortopedia, per l’impianto delle protesi del ginocchio e dell’anca, per le osteotomie e per la ricostruzione del legamento crociato. Un sempre più alto numero di incidenti al ginocchio è causato da cadute sugli sci che, con questi ultimi modelli sciancrati, sono più semplici da usare ma più difficili da controllare. Sono circa 35 mila ogni anno in Italia le persone vittime di infortuni sugli sci, con una frequenza di incidenti mortali di 1 ogni 880 interventi di soccorso. E’ quanto emerge dai dati rilevati dall’Istituto Superiore di Sanità. Ogni anno nel nostro paese sono circa 2 milioni e mezzo le persone che si cimentano con sci e scarponi, sulle piste innevate nazionali. Non sempre con la giusta esperienza, con la giusta attrezzatura o con le giuste precauzioni. A farsi male sono soprattutto gli uomini anche piuttosto giovani, dal momento che l’80% degli incidenti avviene entro i 45 anni. Il pericolo di farsi molto male viaggia soprattutto sugli sci, che rappresentano il 78,7% delle cause di incidenti, mentre meno frequenti risultano gli infortuni dovuti allo snowboard (17,5%), anche perché questa attività è molto meno praticata. Le modalità d’infortunio rilevano una certa predisposizione a cadere da soli, dal momento che il 77,1% degli infortuni si è verificato in seguito ad una caduta accidentale mentre solo l’11,3% avviene per uno scontro con altro sciatore. L’impatto si traduce soprattutto in distorsioni (32,8%) e di queste il 94,2% è a carico degli arti inferiori. Seguono le contusioni (27,4%), le fratture (15,7%), le lussazioni (8,7%) e le ferite (8%). Le parti del corpo più interessate da questi incidenti sono soprattutto le ginocchia. Ci sono, poi incidenti più gravi che risultano fatali e avvengono con una frequenza di un decesso ogni 880 interventi di soccorso, il che indica un totale di circa 40 morti all’anno, più della metà delle quali dovute a malore. “Questi nuovi sci sciancrati – spiega Confalonieri – sono ideali per chi si avvicina a questo sport, il problema è che consentono alte velocità che mettono in pericolo la salute aumentando del 30% il rischio di incidenti”. I vantaggi della ricostruzione con il computer sono: un miglior posizionamento dell’impianto nella sede anatomica, un controllo del tensionamento dello stesso, una verifica della stabilità ottenuta anche in senso rotatorio, tutto espresso tramite un numero, dato oggettivo, superiore alla sensazione del chirurgo, al termine dell’intervento con tecnica tradizionale. La metodica mininvasiva computer assistita permette anche di impiantare protesi articolari di ginocchio e d’anca pensate per durare una vita, per evitare di arrivare da qui a vent’anni nel 2030 ad avere da un lato milioni di cittadini nel mondo che hanno bisogno di revisionare gli impianti, dall’altro troppo pochi chirurghi per eseguirli. Un fatto importante da considerare è che chi ha bisogno di questo tipo di intervento raramente presenta ginocchia completamente distrutte, senza i crociati: sempre più di frequente si tratta di soggetti giovani e complessivamente sani, con una vita attiva e sportiva a cui non vogliono rinunciare e a cui desiderano ritornare al più presto pur se, ovviamente, meno impegnativa. L’esigenza di una veloce ripresa funzionale, con una motilità completa del ginocchio ed una prospettiva di revisione, a distanza, maggiormente conservativa, è sempre più sentita. “Gli interventi di revisione delle protesi impiantate o che stiamo impiantando” sostiene Confalonieri “sono un problema cruciale, che non va sottovalutato, perché sono in forte aumento.
Se si parte da una protesi totale, magari a sacrificio di entrambi i crociati, il paziente avrà, di certo, un futuro complicato di revisioni e re-revisioni, sempre più invasive e con una sempre minor quantità d’osso preservata. Ecco perché invece sono certo che le mini-protesi siano la soluzione migliore per assicurare ai nostri pazienti una migliore qualità di vita.
E l’intervento odierno di ricostruzione del legamento crociato anteriore lo dimostra”.
Bonvivre
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