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Legge sul volontariato: la soppressione della Conferenza regionale svuota di contenuti il ruolo del Volontariato

Con il recepimento della Legge nazionale sul volontariato da parte del Governo regionale, si è introdotto anche in Sicilia un importante punto di riferimento per l’attività delle associazioni di volontariato della Regione. Purtroppo, però, il recepimento della Legge nazionale da parte del Governo siciliano non è stato esente da problemi. Ne parliamo con Orazio De Guilmi, Presidente del Co.Re.O.V. Sicilia (Coordinamento Regionale delle Organizzazioni di Volontariato) che svolge un importante ruolo di interrelazione tra le associazioni di volontariato e le Istituzioni

Presidente De Guilmi, quali compiti attendono nel 2014 le associazioni facenti parte del Co.Re.O.V.?

“La ragion d’essere del Co.Re.O.V. è diventare interlocutore delle Istituzioni per affrontare le problematiche e le criticità non solo del settore sanitario, ma anche di quello sociale. Le organizzazioni che aderiscono sono trentuno e hanno una serie di problemi da porre alle Istituzioni. Si tratta di problemi che si trascinano da molti anni, alcuni dei quali sono diventati endemici”.

Quali sono i principali problemi che ostacolano le Organizzazioni di Volontariato a livello istituzionale?

“Un problema importante riguarda la Legge regionale sul volontariato n. 22 del 1994, che dovrebbe ricalcare la legge-quadro nazionale 266/91. Pur avendo la Regione potestà legislativa e pur essendo stata recepita con tre anni di ritardo, la legge regionale ricalca fedelmente la norma nazionale. Sennonché, per un malinteso rispetto alle norme che prevedevano la riduzione degli enti inutili, le istituzioni hanno eliminato due organi importanti previsti dalla legge: la Conferenza regionale sul Volontariato, propedeutica all’elezione dell’Osservatorio regionale del volontariato e che non rientravano tra gli enti inutili. Si tratta di due strumenti di democrazia partecipata e di governo del volontariato. La mancanza di questi due elementi ha svuotato di contenuti il ruolo dell’Assessorato. Anche il Registro regionale generale delle organizzazioni di volontariato ne ha risentito, poiché è passato nelle mani di funzionari senza un minimo di controllo o di verifica dei contenuti politico-sociali delle associazioni previsti dalla legge stessa, come la democrazia interna. Un’altra azione discutibile è stata la soppressione di un altro articolo della legge 22/94 che prevedeva un contributo per la copertura dell’80% delle spese sostenute dalle associazioni per le assicurazioni. Perciò, o le 31 associazioni del Co.Re.O.V., che rappresentano oltre 420 mila persone, riescono a incidere sulle Istituzioni per produrre risultati efficaci, oppure dovranno mettere in campo strumenti di lotta che sono peculiari delle associazioni. Il volontariato che svolge un ruolo insostituibile, non solo in Sicilia, ma anche in Italia e nel mondo, non può essere considerato la cenerentola solo perché si occupa dei più deboli”.

L’assenza di questi organismi democratici ha contribuito all’aumento indiscriminato delle associazioni?

“In realtà, il lavoro svolto dai funzionari preposti alla gestione delle organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale, è stato ottimo, ma non è uno strumento di democrazia sul piano oggettivo. Questa situazione ha consentito di aprire le porte ad associazioni che lo sono solo sulla carta e che non svolgono attività istituzionale”.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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