Le ricette mediche possono essere lasciate presso le farmacie e gli studi medici per il ritiro da parte dei pazienti, purché siano messe in busta chiusa. Tuttavia, si viola la privacy dei pazienti, se si lasciano le ricette e i certificati incustoditi, in vaschette poste sui banconi delle farmacie o sulle scrivanie degli studi medici. Con una lettera inviata al Presidente della Federazione italiana Medici di Medicina generale (Fimmg), il Presidente del Garante per la privacy, Antonello Soro, ha chiarito la vicenda dei presunti divieti dell’Autorità, sgombrando il campo da allarmi ingiustificati. Questi ultimi si sono diffusi nei giorni scorsi, per articoli e per lettere dei lettori che sono stati pubblicati su alcuni quotidiani.
Il Garante ha, perciò, precisato che le procedure, in vigore da tempo, concedono ai medici di lasciare ai pazienti le ricette e i certificati presso le sale d’attesa dei propri studi o presso le farmacie. In questo modo, poiché non sono obbligati per legge, non glieli devono necessariamente consegnare di persona. Per impedire l’identificazione di dati delicati rientranti nel campo della privacy da parte di estranei, come quelli sanitari, è indispensabile che ricette e certificati siano consegnati in busta chiusa. Questo sistema è tanto più necessario quando non è il paziente a ritirare i documenti, ma una persona da questi delegata. Si tratta di semplici regole di buon senso, che rispettano la riservatezza e la dignità delle persone senza creare troppi aggravi e difficoltà ai medici e agli stessi pazienti.
Francesco Sanfilippo
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