L’incontinenza urinaria affligge le donne dopo i sessant’anni d’età, ma non risparmia neanche le più giovani, poiché in Italia ne soffre il 40% di quelle di età compresa tra i 30 e 50 anni. L’incontinenza è l’involontaria perdita di urina attraverso l’uretra che provoca in chi ne soffre disagi di carattere igienico. La patologia è meno diffusa nell’uomo ed è spesso dovuta ad interventi chirurgici.Si tratta di una vera malattia sociale silenziosa, difficilmente quantificabile poiché per imbarazzo e, talvolta, per la convinzione che sia un fatto normale connesso con l’avanzare dell’età, molte delle donne che ne soffrono. Così, non ne parlano con il proprio medico, finendo, nel tempo, col determinare la compromissione della propria vita lavorativa, sociale e privata. Parlarne con il proprio medico o con lo specialista fin dai primi sintomi è fondamentale per risolvere il problema in maniera rapida e definitiva. Gli specialisti, ai quali ci si può rivolgere, sono l’urologo, o il ginecologo, o l’uro-ginecologo. L’intervento tempestivo e precoce puòfavorire, talvolta, anche una completa remissione dalla malattia, restituendo le pazienti ad una vita normale. Tra i fattori che possono favorire l’insorgenza dell’incontinenza urinaria, si possono annoverare gravidanza e parto naturale, invecchiamento, fumo, stitichezza, menopausa, uso di farmaci antidepressivi, anticolinergici e diuretici, infezioni delle vie urinarie, alcune patologie quali il prolasso vescicale o quello rettale.Nelle donne obese il rischio di sviluppare il disturbo è maggiore per effetto dell’aumento della pressione endoaddominale contro le pareti della vescica. In questi casi una riduzione di peso corporeo può servire come forma di prevenzione della patologia. È possibile distinguere tre tipologie di incontinenza. La più frequente tra le donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni è l’incontinenza urinaria da sforzo che comporta la perdita di urina durante uno sforzo fisico comeun colpo di tosse, uno starnuto o i rapporti sessuali.Quella da urgenza prevede la perdita di urina in conseguenza di uno stimolo impellente ed improvviso per effetto dell’iperattività dei muscoli della vescica, mentre quella mista si verifica sia sotto sforzo che in caso di urgenza. L’incontinenza urinaria non è da considerare un’inevitabile conseguenza dell’età, ma una patologia che può essere curata. Il primo passo consiste nel parlarne serenamente con il proprio medico, il quale, attraverso un percorso diagnostico specifico, può accertare il grado della patologia e prescrivere la terapia più adeguata tra le tre possibili, riabilitativa, farmacologia o chirurgica. La prima consiste in esercizi specifici ed elettrostimolazioni, atti a rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico.Il trattamento farmacologico(efficace soprattutto nei casi d’incontinenza da urgenza) mira a ripristinare la tonicità del muscolo vescicale, favorendo la chiusura della valvola uretrale.Si ricorre alla terapia chirurgia, quando le precedenti non hanno dato alcun esito e ha lo scopo di correggere le alterazioni che hanno determinato l’incontinenza.Attualmente, l’approccio chirurgico più utilizzato, soprattutto nei casi di incontinenza da sforzo, è la sospensione trans-otturatoria dell’uretra. Questa sospenzione consiste nell’applicazione di bendarelle (strisce di tessuto che non si riassorbe) a livello dell’uretra per potenziarne la capacità di contenimento dell’urina ed evitarne le fuoriuscite durante il compimento di uno sforzo. Èun intervento che viene eseguito in day hospital e, oggi, grazie ai trattamenti mini invasivi, la paziente ha un decorso post operatorio caratterizzato da assenza di dolore e da un veloce ritorno alle proprie attività. Per i casi cui è prevista,rappresenta la soluzione definitiva dell’incontinenza urinaria.Per prevenire l’incontinenza urinaria o per il mantenimento nel tempo della ritrovata funzionalità vescicale, a seguito di un trattamento è, però, fondamentale mantenersi in forma seguendo uno stile di vita salubre che prevede una dieta sana ed equilibrata, evitando cibi piccanti, fumo, alcol e caffè, un’attività fisica regolare e costante, che consenta il controllo del peso corporeo e la corretta funzione intestinale, ed infine evitare di effettuare sforzi fisici eccessivi che possano peggiorare la situazione.
Giusy Egiziana Munda
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