Uno studio della Bocconi fotografa una realtà sconfortante per la quale non sembrano esserci ricette
Un recentissimo studio condotto dalla Bocconi ha radiografato la nostra Sanità. Molta, molta delusione… Lo studio parte da un’analisi prettamente gestionale che prende in esame i costi, i ricavi, l’organizzazione, i servizi resi e cosi via. Ebbene, persino dalla lettura di una rassegna così fredda e numerica non si può non concludere che oggi si è troppo attenti ai bilanci (come se la salute fosse un’azienda commerciale!), tanto da trascurare la qualità del rapporto umano. D’altronde non c’è chi non noti la disumanizzazione dei “carnai” di tutte le aree di emergenza che brulicano e scoppiano di utenze proprie e improprie. O le attese bibliche per visite specialistiche, o gli ambulatori dei medici di famiglia, sempre più saturi di richieste mentre annegano di burocrazia.
Lo studio parla della necessità di una riduzione dei posti-letto e dell’ottimizzazione del rapporto servizi/territorio. Rincara la dose nei confronti del Mezzogiorno reo di essere sempre il traino pesante, quasi una zavorra, per un’Italia settentrionale discretamente efficiente.
La conclusione è quella che abbiamo più volte anticipato: si va verso il crack, il fallimento. La Sanità pubblica perirà, come qualsiasi organismo tenuto in vita artificiale, ma in coma profondo. Non ci sono ricette, non ci sono consigli, non esistono maghi o taumaturghi o correnti politiche o di pensiero che possano salvare ciò che è morto. In altre parole, occorre celebrare un buon funerale e cercare qualcos’altro: qualcosa che non si chiami “Asp” o “Medicina convenzionata” o “Ospedale/Territorio” o “Piano terapeutico” o “Appropriatezza prescrittiva”…
La ricetta non c’è. Esiste la necessità di cambiar soggetto e mentalità. Nuovi concetti di salute, adeguati alle fasce sociali, alle tasche, alle condizioni culturali. Ne parleremo più nel dettaglio, denunciando in modo puntuale l’inadeguatezza di un sistema che ci fa “correre ai ripari” senza mai insegnarci a “vivere bene”. Non possiamo non dissociarci da un modello che faccia credere che la vita dipenda da qualche milligrammo in più o in meno di LDL colesterolo o di glucosio, mentre tutti (medici, ministri, burocrati e propugnatori di tale sistema) s’impazza a tavola, stramangiando cibi e pillole.
Siamo alla frutta?… Bene!… Se questo può voler dire girare pagina e finalmente maturare
Dott. Diego Fabra