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Italia tra i 20 Paesi più ‘pigri’ al mondo, tablet, telefonini, pc e tv i principali responsabili

L’Italia è tra i venti Paesi più pigri al mondo, cosa che comporta non pochi problemi di salute nei suoi cittadini. Secondo la Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), l’Italia è 17esima, con un indice di inattività del 54,7%, mentre la media dei Paesi del Mondo si ferma al 31,1%, mentre L’Istat ha censito, nel 2013, oltre 24 milioni di sedentari, pari a circa il 42% della popolazione. Questi dati sono stati forniti dalla Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), i cui membri si sono riuniti per il XXXIV° congresso a Catania di recente. Il congresso, intitolato ““Sedentarietà: una nuova patologia” ha avuto di che discutere, poiché i dati emersi non sono affatto ottimisti, dimostrando un degrado che parte da anni di colpevole trascuratezza da parte delle Istituzioni e della società civile. La Fmsi, come Federazione medica del Comitato olimpico nazionale italiano dal 1929 e Società scientifica di Medicina dello Sport, ha mandato, dunque, un messaggio chiaro al Paese e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Quest’ultima, “che ha dato prova in diverse occasioni di grande lungimiranza, potrà essere la prima al mondo – scrive Fmsi – a introdurre la sedentarietà come vera e propria malattia riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. Al pari dei disturbi cardiovascolari, del diabete, dei tumori”. In effetti, la prevenzione è a 360°, poiché l’aumento degli obesi comporta per la società civile un carico di spesa non più sostenibile nel medio periodo. Per questo motivo, l’obesità va intesa, secondo i medici sportivi, come patologia vera e propria, poiché tale considerazione permetterebbe di attivare misure preventive con maggiore efficacia, consentendo, così, di intervenire dal punto di vista dei costi socio-sanitari, riducendo così il carico totale. Le cause di questo fenomeno sono diverse, ma un ottimo contributo lo danno tablet, telefonini, pc e tv. Secondo FMSI, “gli over 30 iniziano a praticare sport come fattore di aggregazione o per seguire i consigli del medico. Una volta finita la scuola, dove già le strutture sono carenti, gli adolescenti non trovano invece le attrezzature e gli spazi adatti e abbandonano di conseguenza l’attività fisica. Diventa importante quindi sfruttare anche lo spazio che i media offrono per comunicare l’importanza dell’esercizio fisico”. Eppure, lo sport può aiutare psicologicamente ragazzi, poiché l’attività fisica favorisce un effetto neuroprotettivo, con risultati di apprendimento migliorati. Secondo gli stessi medici, va prescritta come terapia, al pari di un farmaco, nella giusta dose individuale, dove la sedentarietà va riconosciuta come patologia all’interno del Sistema sanitario nazionale.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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