La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica della pelle, che può essere causata in soggetti predisposti da traumi, scottature o irritazioni, batteri e farmaci, seppur le conoscenze sull’esordio della malattia restino ancora sconosciuti in buona parte. Secondo uno studio del 2012 che ha preso in considerazione altri 53 studi effettuati in tutto il mondo, è stato calcolato che la prevalenza nei bambini è risultata compresa tra lo 0% di Taiwan e il 2.1% dell’Italia.
Negli adulti, questa percentuale variava dallo 0.91% degli Stati Uniti all’8.5% della Norvegia.
L’incidenza, secondo una stima statunitense, si aggira intorno ai sei casi per 10.000 abitanti per anno.
Al momento, non esistono stime precise in Italia, ma sono state condotte diverse ricerche per cui s’ipotizza che la prevalenza nella popolazione generale italiana sia del 2,8% e che gli italiani colpiti dalle varie forme di psoriasi siano 2,5 milioni.
L’insorgenza della malattia si attesta prevalentemente in due fasce di età, una precoce che va dai 16 anni per le femmine ai 22 anni per i maschi, e una tardiva dai 57 anni per le donne ai 60 per gli uomini.
Nel 15% dei casi, la psoriasi esordisce prima dei 10 anni di vita, ma è stato riscontrato che il 75% dei pazienti è colpito prima dei 40 anni, classificando questa come “malattia dei giovani”.
L’incidenza generale dipende dalla razza, poiché quella caucasica è rilevante per il 2%/3%, mentre è rara tra i neri e gli asiatici. In definitiva si richiede da parte delle autorità, un’attenzione che finora non c’è stata anche per i risvolti psicologici e sociali che i suoi pazienti affrontano.
Francesco Sanfilippo
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