La prevenzione dell’osteoporosi parte dall’età di 12/13 anni e si conclude a 25 anni, perché è in questa fascia che le ragazze accumulano le riserve di calcio che verranno loro in aiuto con l’inizio della menopausa. La dose di calcio da assumere quotidianamente è di 800 mg da 1 a 6 anni, 1000 mg dai 7 ai 10 anni, 1200 mg dagli 11 ai 17 anni, mentre negli adulti dai 18 ai 29 anni la quantità ritorna a 1000 mg. Per compiere quest’operazione, occorre basare la propria dieta su ortaggi e frutta che non devono mancare mai dalle nostre tavole, così come il pesce. Grazie a questi prodotti, il corpo si depura e si mantiene meno acido che non mangiando cibi grassi o eccessivamente proteici. Anche una buona esposizione al sole sviluppa la vitamina D, assai utile per ritardare l’insorgenza dell’osteoporosi, senza, però, incorrere in eccessi che possono comportare altre malattie. Un aiuto fondamentale proviene da sport aerobici come il trekking o la corsa, che aiutano il corpo a conservare la densità ossea. Come buoni alleati dell’osteoporosi, invece, si annoverano la sedentarietà, l’abuso di fumo da tabacco o l’uso del cortisone per lungo tempo. Se non di fa attenzione per tempo, l’osteoporosi può esordire in modo pesante per chi ne è affetto, poiché le sue ossa non sono più in grado di recuperare traumi e fratture come un tempo. Le spese che questa condizione provoca, sono gravose per i nostri sistemi sanitari. È sufficiente pensare che tra interventi chirurgici, spese di ospedalizzazione, riabilitazione, assistenza socio-sanitaria e rischio complicanze, in Europa, i pazienti osteoporotici riempiono 500 mila posti-letto per una spesa annua di 3,5 miliardi di euro. In Italia, i pazienti affetti sono 5 milioni e il costo annuale di ospedalizzazione per la più comune delle fratture, quella del femore, si aggira sui 500 milioni di euro. In Europa, avviene una frattura ogni 30 secondi e un paziente su cinque muore per fratture vertebrali o femorali causate dalla fragilità ossea, portando i decessi annui a 150 mila. Inoltre, il 61% delle donne cui è stata diagnosticata una frattura della vertebra, non riceve alcuna forma di prevenzione secondaria. Così, altre malattie entrano in gioco come le infezioni ossee la cui probabilità di esordio aumenta quanto più il corpo fatica a recuperare la frattura. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, in particolare per le donne, tali pericoli aumentano, per questo non si può ignorare questa minaccia o pensare che ci sia tempo perché si verifichi. Per questo, il 20 e il 21 ottobre presso il Cto dell’Ospedale Villa Sofia-Cervello II piano, sarà possibile fare tutti gli esami che riguardano l’osteoporosi, cui sarà possibile partecipare rivolgendosi all’Anio.
Francesco Sanfilippo
Tags anziani calcio donne latte ossa osteoporosi