Fecondazione Eterologa

Fecondazione eterologa, le Regioni approvano Linee guida

Le Regioni approvano le nuove linee-guida sulla fecondazione eterologa preparate dai loro tecnici regionali, anticipando il Parlamento. Secondo fonti di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, il costo a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) è previsto intorno 6,6 milioni di euro se la fecondazione eterologa, come previsto, fosse inclusa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Così, questa possibilità sarebbe gratuita o con una compartecipazione economica da parte del cittadino. Il costo a carico delle Regioni che ne deriverebbe, per un’eterologa sarebbe di circa 3.000-3.200 euro.
I presidenti delle Regioni sono andati dritti per la loro strada e, ignorando critiche e malumori, hanno approvato all’unanimità, stamane, le linee guida sulla fecondazione eterologa messe a punto dai tecnici regionali e poi attentamente vagliate dagli assessori alla Sanità. Ora ogni Regione dovrà recepirle con delibere proprie, ma molte annunciano che lo faranno già dalle prossime ore. E mentre stamani sono partiti all’ospedale fiorentino di Careggi i primi appuntamenti per le coppie che desiderano intraprendere la fecondazione eterologa – la Toscana ha, infatti, fatto da apripista, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto alla fecondazione eterologa – i governatori, nelle stesse ore, decidevano di stabilire delle linee guida comuni, almeno in attesa che il Parlamento si decida a regolamentare la materia con una legge. “Con le linee guida sull’eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, cui rivolgo un appello accorato perché legiferi”, ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. “Con il vicepresidente Caldoro, ho incontrato il ministro Lorenzin – ha aggiunto Chiamparino – che si è detta del tutto d’accordo con le linee proposte, che peraltro hanno tenuto conto dei principi cardine del decreto che era stato predisposto, e ha condiviso anche l’ipotesi che vi sia un riconoscimento pieno all’ interno del Dpcm di adeguamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea) di tutte le tecniche per fecondazione medica assistita”. Il ministro Lorenzin, alla festa dell’Unità, a Bologna, ha sottolineato la “necessaria approvazione di una legge, anche da un punto di vista pratico” ed ha evidenziato l’esigenza di un intervento parlamentare “per normare alcuni elementi, il primo dei quali è quello dello stanziamento dei fondi. C’è poi tutta una serie di problemi che senza un registro nazionale non si possono risolvere”. Intanto, sul fronte cattolico, si levano gli scudi. “Sul piano strettamente logico, direi che si vuole giustificare una selezione – perché è inutile dire che questa non sia una selezione, c’è poco da fare – attraverso una distinzione che trovo assolutamente ingiustificata: quella tra coppie che adottano e coppie che chiedono l’eterologa…”, ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Quanto ai costi, circa 6,6 milioni di euro, secondo una stima approssimativa, potrebbe essere il costo a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) se la fecondazione eterologa, come previsto, fosse inclusa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero gratuita o con una compartecipazione economica da parte del cittadino. La stima è dell’avvocato Mariapaola Costantini, responsabile settore procreazione di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, la quale rileva come, in ogni caso, questo ”rappresenterebbe un costo sostenibile”. La stima si basa su un calcolo approssimativo ma dà l’idea del ‘peso’ economico che l’eterologa potrebbe avere per il Ssn: ”Considerando – spiega Costantini – che il costo standard medio che la Regione deve affrontare per una fecondazione omologa è oggi pari a circa 2.500-2.700 euro, vanno calcolati i costi aggiuntivi legati all’eterologa, dal potenziamento necessario dei sistemi di crioconservazione dei gameti ai percorsi per i donatori. Su questa base, si può stimare il costo a carico delle Regioni per una eterologa come pari a circa 3.000-3.200 euro”. A tale costo però, precisa, ”va sottratta la compartecipazione attraverso il ticket da parte dei cittadini, che potrebbe prevedersi intorno ai 1.000 euro”. Se si considera inoltre che, secondo le ultime stime dell’Osservatorio sul turismo procreativo, sono oltre 3.000 l’anno le coppie italiane che si recano all’estero per ottenere l’eterologa, afferma l’avvocato, ”possiamo stimare in circa 6,6 milioni di euro il costo approssimativo che l’eterologa avrebbe per il Ssn”. Il problema vero, però, osserva l’esperta,”è l’attuale ‘giungla’ delle tariffe nelle Regioni.
Le linee guida sulla fecondazione eterologa approvate ieri dalle Regioni sbloccano la situazione sul tema. Ma cosa cambia effettivamente ad oggi? E cosa devono fare le coppie che vogliono accedere alla pratica? È bene precisare che solo la Toscana (la capofila dove già si è partiti) lo scorso mese e la Liguria ed Emilia Romagna (oggi) hanno recepito le linee guida, per cui bisognerà attendere che tutte le Regioni facciano lo stesso nel proprio ordinamento e poi producano le delibere del caso, per parlare di semaforo verde in tutta Italia. Costi? La pratica sarà gratuita o con ticket che si profila sulla base del reddito, ma solo per le donne ‘riceventi’ in età potenzialmente fertile (limite a 43 anni).
Al momento della richiesta occorre presentare il certificato di infertilità o sterilità.
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A chi rivolgersi? Per quanto riguarda i centri, le linee guida chiariscono che sono gli stessi autorizzati/accreditati per l’omologa conformemente alle leggi regionali. Per quanto riguarda gli esami per la coppia ricevente nulla cambia rispetto a quelli per accedere alla fecondazione omologa.
(Ansa Salute)

di Ansa Salute

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