Rimborsabili farmaci di fascia A acquistati in Paesi comunitari
Per chi si trova nella spiacevole condizione di dover usufruire di cure mediche nei Paesi extra Ue c’è sempre il rischio-stangata, ma chi si sposta all’interno dei Paesi membri dell’Unione, grazie al classico tesserino sanitario plastificato blu, può evitare brutte sorprese. Se si sta per partire è bene quindi non dimenticarlo a casa.
Il retro di quello normalmente utilizzato come codice fiscale, infatti, costituisce la TEAM o Tessera Europea Assistenza Malattia che, entrata in vigore a novembre 2004, permette di usufruire non solo delle cure mediche urgenti ma anche di quelle necessarie, oltre che negli stati membri dell’Unione europea anche in Norvegia, Islanda Liechtenstein e Svizzera. In pratica, sostituisce quanto prima coperto dai modelli E 110, E 111, E 119 ed E 128.
“L’assistito, ovvero tutti i cittadini a carico del Servizio sanitario nazionale, in caso di necessità, possono recarsi presso una struttura sanitaria pubblica o convenzionata ed esibire la TEAM”, spiega Valeria Fava, dell’Area Salute di Cittadinanzattiva/Tribunale dei diritti del malato. “Così – prosegue – hanno diritto a ricevere le cure alle stesse condizioni degli assistiti del Paese in cui si trovano, quindi se lì si paga il ticket anche l’italiano pagherà il ticket. Sono escluse le cure di alta specializzazione per le quali – specifica – è necessaria l’autorizzazione preventiva da parte della propria ASL”.
Fuori dall’Europa la situazione invece si complica e i tipi di assistenza per malattia sono molto diversificati e rischiosi economicamente. “In paesi come gli Stati Uniti Ci si può trovare – spiega Fava – a dover accendere un mutuo di 100.000 euro per curarsi un infarto se non si ha una assicurazione malattia adeguata che copre tutte le spese. Meglio quindi fare assicurazioni valide, affidabili e leggere bene cosa coprono”. Quanto ai farmaci, pochi lo sanno ma i cittadini comunitari in vacanza o in soggiorni di lavoro e studio in altri paesi dell’Unione Europea, possono già ottenere quelli dispensabili su prescrizione medica e anche vederseli rimborsati qualora siano di fascia A.
“Il rimborso va richiesto entro 60 giorni dall’acquisto della ricetta e, dal momento in cui riceve il modulo, la Asl ha 60 giorni per rimborsare il farmaco”, spiega Mauro Lanzilotto, responsabile rapporti internazionali Federfarma. Non molto cambierà con il nuovo modello di ricetta riconoscibile negli altri paesi dell’UE, prevista dal recepimento della direttiva europea sulle Cure Transfrontaliere, e non ancora realtà poiché manca il relativo decreto ministeriale. “Di fatto”, sottolinea Lanzilotto, “l’unica differenza sarà che quanto prima era previsto tramite sentenza, verrà affermato tramite diritto positivo”.
(Ansa Salute)
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