Il calcolo è una massa solida formata dall’aggregazione di cristalli che possono essere presenti nelle urine. Quando questi cristalli si aggregano, aumentano esponenzialmente di dimensioni, formando i calcoli che possono essere di grandezza molto variabile, da un granello di sabbia ad un uovo. Nel 70-80% dei casi i calcoli sono composti dal solo calcio ossalato o da calcio ossalato insieme al calcio fosfato, mentre nel 10-15% dei casi questi cristalli aggregati sono costituiti da fosfato di ammonio e magnesio (c. d. struvite). Per un altro 10-15%, sono costituiti da acido urico, cui vanno aggiunto i calcoli di cistina per l’1% dei casi. Tali calcoli sono correlati ad infezioni delle vie urinarie, poiché disturbano l’eliminazione delle urine dal nostro corpo. La calcolosi renale (o nefrolitiasi) non causa abitualmente alcun disturbo fino a quando non intervengono complicanze. Il dolore pertanto può mancare anche per calcoli molto voluminosi che ostruiscano in parte o completamente le vie urinarie. Invece, in alcuni casi il dolore si manifesta con una sensazione di peso dolente nella regione lombare che si può espandere verso l’inguine. Il calcolo, rovinando la mucosa urinaria, può provocare la presenza di piccole tracce di sangue che si rilevano solamente con l’esame delle urine. Tuttavia, quando il dolore è particolarmente intenso, si parla di “colica renale” che abitualmente è causata dal passaggio del calcolo dal rene all’uretere. Il dolore, spesso violentissimo, inizia nella regione lombare corrispondente a quella del rene colpito, e si espande in avanti verso i genitali, accompagnandosi con nausea e vomito. Il dolore può durare poche ore o per molti giorni se il calcolo continua a spostarsi. In questo caso, è spesso accompagnato da sangue nelle urine che si evidenzia anche ad occhio nudo. È una patologia piuttosto frequente che in Italia affligge in media il 7,5% della popolazione, ma, in zone come il Medio Oriente, la percentuale è anche superiore. La calcolosi renale è, così, una delle patologie più comuni e si stima che circa il 10% della popolazione abbia avuto nel corso della propria vita un episodio di calcolosi urinaria. Gli uomini sono colpiti più frequentemente rispetto alle donne. La prevalenza di calcolosi aumenta notevolmente dopo i 40 anni e continua ad aumentare fino ai 70 anni. La distribuzione per sesso è più frequente nel sesso maschile che nelle donne e può o meno essere sintomatica. Tramite ricerche scientifiche americane, si è potuto osservare che vi è una particolare distribuzione geografica delle persone colpite da calcolosi. Nelle aree più calde del pianeta, infatti, vi è una percentuale più alta di frequenza di calcoli renali.
Francesco Sanfilippo
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