Le api costituiscono i nostri alleati nella produzione di prodotti alimentari quali alcuni tipi di frutta e di ortaggi. Tuttavia, per varie cause, non ultimo l’uso spregiudicato di pesticidi, questi insetti stanno scomparendo velocemente. Per fronteggiare questa sconcertante situazione, gli U.s.a stanno sperimentando api elettroniche in grado di sostenere la produzione in attesa che la popolazione delle api si ricostituisca. Gli studi sono avanzati, ma la moria di api continua. Faremo in tempo a salvarle dall’estinzione?
Lo slogan “niente più apicoltori in Europa, niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più umanità” ha un’indubbia efficacia. Eppure, avrebbe avuto più forza se fosse stato messo in bocca a una personalità illustre e conosciuta ovunque come quella di Albert Einstein, che, peraltro, è stato un fisico. Secondo Albert Einstein “se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”, ma molte ricerche sono state condotte sugli scritti dello scienziato, senza trovare alcuna traccia della famosa affermazione sulle api e sul destino dell’umanità. Il padre della teoria della Relatività morì nel 1955, ma questa citazione gli è stata attribuita per la prima volta solo nel 1994. Per la precisione, si trova in alcuni pamphlet siglati dall’Union Nationale de l’Apiculture Français. Allora, quest’associazione protestava a Bruxelles riguardo alle regole per l’importazione del miele dai Paesi extracomunitari, temendo di crollare di fronte alla concorrenza estera. Il pericolo, però, non proviene, oggi, dalla concorrenza di produttori esteri, ma dall’uso di pesticidi sintetici, dal sovra sfruttamento degli alveari e dall’alimentazione a volte non idonea, che insieme rendono le api stesse più sensibili ai parassiti.
La mortalità delle api è altissima in Inghilterra (28,8%), Belgio (33,6%), Danimarca (20,2%) e Svezia (28,7%), ma ci sono anche altri Paesi i cui numeri non sono molto più felici come Germania (13,6%), Francia (14,1%) e Polonia (14,8%). Non sorprende che gli Stati Uniti, che per prima hanno denunciato il fenomeno, stiano richiedendo soluzioni urgenti ed efficaci al mondo della nano tecnologia, poiché la sparizione delle api è una tragedia che continua ad essere ignorata. Questo mondo per-tecnologico sta rispondendo, preparando la costruzione di piccoli robot volanti per impollinare le colture al posto delle api reali. Queste ultime che impollinano circa un terzo del cibo che si mangia, stanno morendo a tassi senza precedenti a causa di un misterioso fenomeno noto come Colony Collapse Disorder (Ccd). Il fenomeno è generale ed è attribuito ad una miscela di malattie, parassiti e pesticidi. La situazione è così rovinosa che, alla fine di giugno, la Casa Bianca ha dato una nuova task force a soli 180 giorni di tempo per elaborare una strategia di “copiatura” per proteggere le api e altri insetti impollinatori. Tuttavia, altri scienziati stanno perseguendo una strada diversa, la sostituzione api. Anche se non c’è una soluzione perfetta, la moderna tecnologia fa sperare in questo senso. Nel 2013, i ricercatori di Harvard, guidati dal professore di ingegneria Robert Wood, hanno sperimentato i primi Robo-Bees (Robo-ape), micro-robot che hanno la capacità di sollevarsi da terra e librarsi a mezz’aria quando sono legato ad un alimentatore. I dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Science, in un articolo intitolato “Alla vigilia del prossimo grande sviluppo”. Un coautore di tale relazione, laureato a Harvard e ingegnere meccanico, Kevin Ma, ha sostenuto che questi robot possono portare un maggiore peso rispetto al passato. Infatti, il progetto rappresenta un passo avanti nel campo dei veicoli dotati di micro-antenna, poiché, finora, era stata impossibile la creazione di un robot volante dotato di una piccola struttura, tale da tenerlo leggero. I ricercatori ritengono che tra 10 anni da ora, questi RoboBees potrebbero impollinare artificialmente un intero campo di colture. Si tratta di uno sviluppo critico, poiché l’industria, basata sull’impollinazione commerciale, non può recuperare le gravi perdite subite negli ultimi dieci anni. La Casa Bianca ha posto l’accento su qual è la posta in gioco, facendo presente che la perdita di api e di altre specie “richiede l’attenzione immediata per garantire la sostenibilità dei nostri sistemi di produzione alimentare, per evitare un impatto economico ancora maggiore nel settore agricolo, e per proteggere la salute dell’ambiente”. Le api, del resto, contribuiscono per più di 15 miliardi di dollari per colture agricole negli Stati Uniti ogni anno. Tuttavia, i RoboBees non sono ancora una soluzione tecnologica praticabile, poiché questi piccoli robot devono essere in grado di volare da soli e di comunicare tra di loro per svolgere compiti come un vero e proprio alveare di api. Wood e colleghi hanno scritto in un articolo di Scientific American che “i RoboBees funzionano meglio quando sono impiegate come sciami di migliaia di individui, coordinando le loro azioni senza fare affidamento su un unico leader. L’alveare deve essere abbastanza resistente in modo che il gruppo possa completare i suoi obiettivi, anche se molte api sicuro”. Sebbene il dott. Wood abbia sostenuto che il Colony Collapse Disorder e la minaccia che rappresenta per l’agricoltura, facevano parte dell’ispirazione originale per la creazione di un’ape robotica, i dispositivi non sono destinati a sostituire per sempre le api come impollinatori naturali, ma sono un rimedio temporaneo fino a quando la crisi stessa non sarà superata.
Francesco Sanfilippo