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Influenza: il picco virale si raggiungerà a fine mese. Per i soggetti a rischio è importante vaccinarsi
di Giusy Egiziana Munda -

E’ da poco iniziato il periodo invernale e il repentino calo delle temperature ha favorito l’esplosione d’infezioni alle alte vie aeree che a suon di laringiti, faringiti e tracheiti hanno già colpito un numero considerevole di pazienti in città, molti dei quali sono accorsi in ospedale preoccupati che si trattasse di malattie polmonari. Un invito alla calma arriva dal Dott. Fausto Li Calzi, pneumologo presso gli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, che spiega: “L’infezione in atto è dovuta, più che altro, a rinovirus (e non a virus influenzali) e si manifesta con sintomi quali tosse secca e stizzosa, mal di gola, aumento delle secrezioni nasali, lacrimazione e bruciore agli occhi e senso di orecchie chiuse. Sintomi parzialmente invalidanti, per cui chi ne è colpito riesce comunque a svolgere quasi regolarmente le proprie attività”. Ben altri sono, invece, i sintomi dell’influenza vera e propria (quali febbre alta -per tre/quattro giorni - spossatezza, mal di testa, disturbi gastrointestinali e dolori muscolari) che, come rivela il Dott. Li Calzi, si prevede raggiungerà il suo picco virale entro fine gennaio. Come prevenirla? “Un mezzo efficace sono le vaccinazioni che aiutano a prevenire la malattia o a ridurne gli effetti e le sue complicanze”, – rivela Li Calzi”. Più in generale può essere utile l’osservanza di alcune raccomandazioni, come quella di lavare spesso le mani, evitare gli ambienti chiusi e sovraffollati (che favoriscono la trasmissione del virus), evitare il contatto con le persone influenzate, coprire bocca e naso quando si starnutisce o si tossisce. “Grazie al vaccino, la possibilità di contrarre l’influenza si riduce del 60-80%”, precisa lo pneumologo. Un valore da non sottovalutare soprattutto per i pazienti a rischio come gli ultrasessantacinquenni e, in particolare i malati di bronchite cronica,i cardiopatici e i diabetici, nei quali l’influenza potrebbe favorire complicanze della patologia di base (per esempio una broncopolmonite nel primo caso, o problemi di scompenso cardiaco per i secondi). “Coloro che rientrano in queste fasce di rischio e che non si fossero vaccinati ad ottobre – suggerisce Li Calzi - sono ancora in tempo per farlo”. Ma perché dopo aver fatto il vaccino, alcuni pazienti lamentano di avere febbre e qualche malessere? “Niente paura - tranquillizza lo specialista - si tratta del naturale effetto del vaccino che stimola la comparsa di un’influenza in forma attenuata”. E per coloro che si sono ammalati il medico consiglia di stare a riposo, non prendere freddo, assumere - solo se necessario - un antipiretico, evitare il ricorso agli antibiotici (da assumere solo dietro consiglio del proprio medico in caso di complicazioni). I sintomi influenzali, in genere tendono a sfumare nel giro di 5 giorni. 

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