Fare sport, lo sappiamo, fa bene a tutti a qualunque livello lo si pratichi. Capita spesso, però, che la pratica sportiva - per effetto dell’ipersollecitazione dei sistemi osteo-articolare, muscolare e cutaneo, dell’uso di calzature errate e delle condizioni del campo sul quale lo sportivo svolge la sua attività - possa comportare problemi a carico dei piedi, come vesciche cutanee, distorsioni alle caviglie, fasciti plantari, fratture, ecc...
E’ qui che entra in gioco il podologo sportivo, il medico in grado di affrontare la maggior parte delle patologie del piede dello sportivo, attraverso trattamenti epidermici, ungueali e ortesici, come ci conferma il dott. Giuseppe Alagna, podoposturologo, specializzatosi dopo la laurea conseguita a Firenze, in Posturologia e Podologia sportiva e in Patomeccanica del piede presso l’università di Barcellona in Spagna.
“La podologia sportiva - spiega - è una specialità piuttosto affermata all’estero, ove in tutti i team medici delle squadre sportive esiste la figura del podologo dello sport, il cui compito è quello di esaminare l’atleta non solo all’interno dello studio, ma anche durante la sua attività fisica”. Ciò non vuol dire, però, che il suo ruolo si riduca all’assistenza nei confronti di campioni o atleti affermati, bensì si estende a tutti gli sportivi (adulti e bambini) che quotidianamente praticano attività fisica a livello agonistico e non.
Rivolgersi ad un podologo sportivo, quindi, può aiutare a risolvere quei malesseri ai piedi che costringono a fermarsi anche per lunghi periodi. “Il ruolo del podologo è completo - precisa Alagna - in quanto interviene sullo sportivo in tutte le fasi della sua attività: ad inizio stagione agonistica, attraverso screening preventivi che consistono in un esame clinico-obiettivo che, attraverso l’ispezione e la palpazione delle strutture del piede (fascia plantare, metatarsi, ecc...), consente di valutarne le condizioni. Successivamente, l’impiego d’importanti strumentazioni, come la pedana baropodometrica e la telecamera ad alta velocità, consentono, rispettivamente, di misurare le pressioni plantari (sia in posizione statica che dinamica) e il grado di pronazione del piede, ossia la tensione della fascia plantare durante la camminata o la corsa. Terminato lo screening, se si ravvisa la necessità, si passa alla realizzazione dell’ortesi plantare. I giocatori sotto contratto delle società sportive professionali, come quelli della squadra di basket del Barcellona, per esempio, sono tenuti a portare l’ortesi plantare che, attraverso varie tecniche (come l’incapsulamento del tallone), consente di ridurre il rischio di distorsioni durante un salto”, precisa Alagna.
Il ruolo del podologo è , inoltre, fondamentale nel corso della competizione, per ridurre gli effetti dolorosi di problematiche contratte durante la gara (come le vesciche da sfregamento, i traumi subungueali) e, al termine di essa, curando il danno alla radice. E non finisce qui: il podologo sportivo interviene anche nella valutazione delle scarpe più idonee per un atleta. Precisa Alagna: “Il plantare di una scarpa sportiva, per esempio, non deve mai piegarsi a metà, garantendo stabilità alla zona del medio piede per salvaguardare il metatarso da possibili fratture”.
|