Anche nel campo della Medicina della Riproduzio-ne è fondamentale la prevenzione. Errate abitudini sessuali, fattori infettivi ed organici, mancata effettuazione di controlli specialistici mirati, precoci e periodici, contribuiscono a determinare l’infertilità della coppia.
“L’infertilità negli ultimi 30 anni ha visto un incremento di frequenza ed oggi in Italia interessa una coppia su sei”, rivela il Prof. Adolfo Allegra, specialista in Ginecologia ed Endocrinologia e direttore di una nota Clinica palermitana di medicina della riproduzione. “Un dato che sicuramente deriva dall’aumento dell’incidenza del problema nella popolazione, ma anche dalla conoscenza di casi che prima non ricorrevano al medico e quindi non potevano essere computati nelle statistiche. Oggi invece, sono sempre di più le coppie che, di fronte ad una difficoltà di concepimento, si rivolgono al medico”.
Ma quando una coppia si può definire infertile?
“Quando, dopo un anno di rapporti sessuali non protetti non ottiene la gravidanza”.
E cosa s’intende per infertilità?
“Tanto l’incapacità di concepire quanto quella di non riuscire a portare a termine la gravidanza. L’infertilità non può mai ritenersi una condizione che riguarda esclusivamente l’uomo o la donna, bensì la coppia. Infatti, un uomo con un grave deficit seminale (pochi spermatozoi che si muovono poco), il quale ha una partner giovane, sa di avere tante possibilità di risolvere il problema con la fecondazione in vitro. Ma la stessa cosa non può avvenire se lo stesso uomo ha invece una partner, ad esempio, di 43 anni, anche se sana. E’ noto, infatti, che l’età della donna gioca un ruolo fondamentale nella chance di gravidanza”
Una donna matura, che mestrua ed ovula regolarmente può essere infertile?
“Sì. Il problema dipende dalla qualità delle sue uova che peggiora progressivamente ed ineluttabilmente con il passare degli anni. Oggi, la donna decide solitamente di formare una coppia stabile in un’età più avanzata (mediamente oggi si affronta la prima gravidanza a 30 anni, mentre prima si affrontava a 20!), con conseguenze sulle sue probabilità di fertilità. Dopo i 35 anni inizia nella donna un progressivo decremento della fertilità, per cui il tasso di fertilità (che è più basso rispetto a quando aveva 20 anni) decresce geometricamente dai 39 anni in su”.
E per quanto riguarda l’uomo?
“Anche in lui la fertilità diminuisce progressivamente con l’avanzare degli anni, ma in modo trascurabile rispetto alla donna”.
Cosa ne pensa delle gravidanze over 50?
“Ritengo che l’informazione massmediale non sottolinei alcuni dati di fatto molto importanti: infatti, se la fecondazione assistita consente a una donna di procreare in tarda età, è soltanto grazie alla donazione di uova da parte di donne più giovani. Se un uomo può essere padre anche a 70 anni, la donna purtroppo non può essere madre in età avanzata attraverso le proprie uova. L’esaurimento del patrimonio di uova nella donna e, quindi, la sua impossibilità a concepire oltre i 48-50 anni, è un meccanismo di protezione che la natura utilizza. Infatti, la gravidanza è una condizione che comporta per la donna un carico ed un impegno non indifferenti sotto il profilo cardiologico, respiratorio, renale e generale: si pensi a quanto possa essere pesante il sovraccarico fisico per un donna di 68 anni cui la natura desse la possibilità di concepire. Nei confronti dei media, dunque, va chiarito che, ad oggi, non esiste la possibilità di migliorare le condizioni del concepimento età-dipendente, neppure con la fecondazione in vitro. Non è detto quindi che una donna di 43 anni (sana, con ciclo mestruale regolare, buona ovulazione, partner fertile), la quale non riesce ad avere un figlio, possa vedere aumentare le proprie probabilità con il ricorso alla fecondazione in provetta. Nessun caso d’infertilità dovuto all’invecchiamento delle uova può essere risolto attraverso la fecondazione in vitro, che può, invece, dare esiti risolutivi di fronte a problemi relativi alla chiusura delle tube o alla scarsezza del seme”.
Posto che l’età della donna è un fattore determinante per l’ottenimento della gravidanza, quali possono essere le altre cause d’infertilità?
“La prima causa è la cosiddetta Sterilità inspiegata, che interessa il 25% delle coppie infertili le quali, pur non presentando alcuna condizione patologica che possa compromettere la fertilità, di fatto non riescono a procreare. Altre cause possono essere nelle donne la mancanza di ovulazione o le tube occluse, mentre nell’uomo l’assenza o la scarsità del numero e della motilità degli spermatozoi”.
Ma l’infertilità si può prevenire?
“Sì. La prima forma di prevenzione si attua dando alla luce un figlio prima dei 35 anni d’età della donna. La gravidanza peraltro costituisce la vera prevenzione di patologie (come l’endometriosi) cui la donna può essere esposta con l’avanzare dell’età.
La prevenzione dell’infertilità deve iniziare a scuola, inserendola nella regolare programmazione didattica anziché trattarla come argomento occasionale. Questo vuol dire insegnare alle ragazze che per salvaguardare la propria fertilità e salute sessuale, bisogna concepire da giovani! Una sana regola della natura che è nota da sempre e che deve continuare ad essere rispettata. La prevenzione va esercitata anche nei confronti delle malattie a trasmissione sessuale che sono in aumento a causa della maggiore promoscuità e dei rapporti prematrimoniali, anche molteplici. Vi sono, infatti, infezioni a trasmissione sessuale, purtroppo asintomatiche, come quella da Chlamydia, che possono determinare nella donna un danno irreversibile alle tube. In quest’ambito la prevenzione può avvenire solo ed esclusivamente attraverso l’uso sistematico del profilattico, anche quando si ha una relazione stabile da anni con lo stesso partner, a meno che non si abbia la certezza assoluta della sua fedeltà”. Altro importantissimo fattore di prevenzione è costituito dalla visita andrologica dei maschi in età puberale, al fine d’intervenire precocemente nei confronti di condizioni patologiche che, se trascurate, possono comportare gravi danni alla funzione seminale. L’abolizione del servizio di leva obbligatorio ha purtroppo rimosso l’unica occasione di visita andrologica per gli adolescenti ed oggi ci si trova spesso di fronte a ragazzi di 22/25 anni in condizioni cliniche (ad esempio la ritenzione dei testicoli in addome) molto gravi per ciò che concerne la potenzialità riproduttiva. Non meno importante è la prevenzione secondaria, ossia quella che interviene quando i sintomi di una patologia iniziano a manifestarsi. Può essere il caso delle mestruazioni dolorose che possono sottendere la presenza dell’endometriosi o della pesantezza allo scroto, che può essere il primo sintomo di un varicocele, un problema molto diffuso tra i ragazzi che, se trascurato, può essere causa d’infertilità”.
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