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Il gel che combatte le lesioni gravi dei tessuti
All’U. O. Trasfusionale del Civico di Palermo utilizzata una nuova tecnica costituita da piastrine iperconcentrate
di Anna Sampino -

Una tecnica piuttosto recente capace di curare lesioni gravi e di ricostruire tessuti, partendo da un semplice campione di sangue prelevato dal paziente stesso. Si tratta del gel piastrinico, un emocomponente che si ricava dal prelievo di PRP (plasma ricco di piastrine), centrifugato e unito ad altre due sostanze che ne favoriscono la gelificazione (il calcio gluconato e la batroxobina). Piastrine iperconcentrate favoriscono la proliferazione cellulare, cioè stimolano la produzione delle cellule. Per questo motivo il gel piastrinico aiuta la riparazione dei tessuti, attraverso l'uso topico direttamente sulla lesione. 
Spiega il dott. Antonio Ferrante Bannera, medico presso l'U.O. Trasfusionale dell'Ospedale Civico: “Le piastrine possiedono dei granuli, detti grow factors, fattori di crescita, che stimolano la ricrescita cellulare nella zona trattata. In base al tipo di lesione e al tessuto, si realizzano processi di gelificazione differenti. Per esempio, se viene introdotto tramite infiltrazione cerchiamo di ottenere un gel meno denso; per uso topico e cicatrizzante ne servirà uno più denso”. 
Negli ultimi anni, quindi, la funzione dell'impiego di piastrine è stata rivalutata e oggi tale tecnica risulta efficace per la cura di lesioni anche molto differenti. Si è dimostrato un ottimo metodo per la cura delle ulcere gravi del piede diabetico o come terapia del dolore per le artropatie del ginocchio e, a breve, anche delle altre capsule articolari. Oppure da applicare come collirio per curare le lesioni della cornea, come accaduto alla signora G. L. che, dopo anni di trasferte ad Alessandria, potrà adesso recuperare le fiale di gel piastrinico direttamente all'Ospedale Civico. 
Chiarisce il dott. Giovanni De Francisci, trasfusionista: “In realtà, conosciamo la tecnica già da un po' di anni, ma i costi del kit per la lavorazione del PRP erano abbastanza alti. Oggi, invece, è possibile recuperare kit a prezzi più vantaggiosi ed è stato per noi possibile finalmente disporre degli strumenti per l'utilizzo dell'iperconcentrato di piastrine”. Così, è stato possibile curare circa una trentina di pazienti con lesioni gravi, senza tecniche invasive, ma a partire da un semplice prelievo del loro sangue. 
Alcune precisazioni, in ogni caso, è bene farle. “Innanzitutto, con il gel piastrinico si trattano lesioni gravi”, puntualizza il dott. De Francisci. “Inoltre, bisogna considerare che in media si effettua un ciclo di 4 o 5 applicazioni a paziente, però i risultati possono variare da soggetto a soggetto e quindi può risultare necessario un prolungamento dei trattamenti. Ma ciò che è fondamentale ricordare è che il gel piastrinico è un emocomponente e come tale, va sottoposto ad analisi prima di essere applicato al paziente; quindi, esso deve essere trattato esclusivamente nelle U.O. trasfusionali delle aziende 0spedaliere e dunque da trasfusionisti specialisti. Anche se poi ad applicarlo ai pazienti saranno di solito i medici specialisti delle singole Unità Operative”.  

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