Per sapere come sta l’apparato digerente degli italiani basta leggere il “Libro bianco della Ga-stroenterologia italiana” presentato a Palazzo Montecitorio - alla presenza del ministro della Salute Ferruccio Fazio, del vicepresidente della Camera dei Deputati, Antonio Leone, del Presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera, Giuseppe Palumbo - dai rappresentanti delle Società scientifiche gastro-enterologiche italiane Santo Mo-nastra (AIGO), Guido Costamagna (Fismad), Luigi Familiari (SIED) e Gianfranco Delle Fave (SIGE), che insieme a circa 150 gastroenterologi esperti hanno contribuito alla realizzazione dello studio. Un documento ufficiale che esprime la posizione degli specialisti in Gastroenterologia rispetto ai problemi cruciali che riguardano l’assistenza alle patologie dell’apparato digerente. Il Libro, infatti, sottolinea che “il paziente con malattie dell’apparato digerente ha diritto di essere curato dal gastroenterologo” e che “l’Unità Operativa di Gastroenterologia rappresenta l’ambito appropriato per la cura delle patologie gastroenterologiche”. Un tema su cui si sono trovati concordi tutti i presenti all’incontro, tra i quali il dott. Sergio Peralta, gastroenterologo responsabile dell’UOS di En-doscopia digestiva diagnostica e interventistica, afferente al-l’UOC di Gastroenterologia ed Epatologia (Diretto da Antonio Craxì) presso l’Azienda Ospeda-liera universitaria Policlinico di Palermo e consigliere nazionale dell’ AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri), che dichiara: “Quello che si è voluto dimostrare con la presentazione del Libro Bianco è l’importanza, per i pazienti con malattie dell’apparato digerente di sottoporsi alle cure del gastroenterologo, lo specialista più idoneo a valutarne la patologia con completezza e competenza, avvalendosi di metodi diagnostici e terapeutici appropriati, garantendo così qualità e sicurezza al paziente, risultati efficaci, ma anche efficienza del Servizio Sanitario Nazionale con minimizzazione dello spreco delle risorse economiche comunitarie. La qualità delle cure offerte dalle U. O. di Gastro-enterologia è cruciale nella gestione delle emergenze gastroenterologiche e risulta fondamentale anche nella prevenzione, diagnosi e cura dei tumori dell'apparato digerente che rappresentano una delle prime cause di mortalità per malattia neoplastica in Italia. Solo nel 2009 i decessi per tumori all’apparato digerente hanno riguardato il 32% degli uomini e il 30% delle donne. Dati in continuo aumento. Una vera e propria emergenza epidemiologica, alla quale il nostro sistema sanitario nazionale fa fronte con armi insufficienti, a partire dalla carenza di posti letto specialistici di gastroenterologia e al ridotto numero di medici specialisti in forza alle strutture pubbliche. I gastroenterologi italiani lanciano, quindi, l'allarme e chiedono un intervento concreto delle Istituzioni per proporre un piano di azione basato sui dati forniti dal Libro Bianco della Gastro-enterologia”.
Tuttavia la situazione attuale è la seguente: solo lo 0,8% dei pa-zienti con malattie dell’apparato digerente viene inviato dai medici di base allo specialista, per il resto molti vengono sottoposti ad esami che, spesso, si rivelano eccessivi o inappropriati se richiesti da un medico non competente in materia, con conseguente costo in termini di tempo e di risorse economiche, sia per il paziente che per la collettività. Studi dimostrano, infatti, che pazienti affetti, per esempio, da emorragie digestive, se gestiti dal gastroenterologo riescono a raggiungere una migliore guarigione con minori effetti indesiderati. Spiega il dott. Peralta: “Se la prescrizione viene filtrata dall’esperienza del gastroenterologo, l’indicazione all’esame diventa più pertinente, garantendo una maggiore efficacia ed efficienza nella gestione del caso. Fare un esame endoscopico in assenza di un’indicazione corretta comporta il rischio di esporre un paziente ad eventi avversi (come quello di avere una perforazione delle viscere o complicanze legate alla sedazione farmacologica), tanto più se si tratta di un paziente complesso che presenti malattie concomitanti e tarda età. Senza considerare lo spreco delle risorse economiche sanitarie collettive”. La carenza di Unità Operative di Gastroenterologia è un problema particolarmente sentito dall’utenza - soprattutto siciliana - se si pensa che in tutta la Regione le unità con posti letto per la degenza sono solo due ed entrambe a Palermo.
In questo scenario, la probabilità che i pazienti emorragici vengano ricoverati in emergenza in U. O. di Medicina o Chirurgia non specificamente dedicate espone al rischio di essere iperesposti a tecniche diagnostiche eccessive e a trattamenti non necessari con seri rischi per la loro salute. Da ciò è nata la necessità dei gastroenterologi che hanno dato vita al Libro Bianco. “Una sorta di vademecum per la classe medica e per quella politica” osserva il dott. Peralta, che prosegue: “E’ quasi come un documento di healt technology assessment che ha il compito di indicare a chi fa politica in quale direzione orientare le risorse per creare un servizio, non per il singolo cittadino, ma per tutta la comunità, dando la possibilità a tutti i veri malati di accedervi”.
Ma come intende operare il ministro della Salute, dopo questo intervento? Secondo Peralta “il problema è che la legislazione italiana fa sì che chi opera sul territorio sia l’assessore alla Sanità, mentre il Governo interviene quando le risorse economiche non sono state utilizzate al meglio. A quel punto scattano i piani di rientro o i commissariamenti. In atto la nostra Regione ha centrato l’obiettivo rispondendo ad una richiesta di piani di rientro. Ma lo stesso assessore, al di là delle buone intenzioni di rivederci successivamente per mettere in atto questi buoni proponimenti, ad oggi non ha compiuto nulla di fatto. Si consideri, in particolare, la proposta presentata da un gastroenterologo riguardante la creazione di una rete per le emorragie digestive superiori. Un servizio che prevede la formazione anche degli operatori del 118 perché siano in grado di sapere, dinanzi ad una rete collaudata, dove si trova il centro nel quale il paziente con emorragia digestiva soccorso possa fare rapidamente la diagnosi. Ma, nonostante l’importanza della proposta, resta il rischio di morte cui va costantemente incontro questo tipo di malati, per la mancanza di servizi che garantiscano la tempestività degli interventi perché tutto tace sul fronte della politica”.
|