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Punture di imenotteri o contatto da meduse: 
ecco alcune delle insidie che porta la bella stagione
di Giusy Egiziana Munda - 

Clima sempre più caldo e spesso umido, punture di insetti, contatti in-desiderati con animali marini molesti e le tradizionali ustioni solari. Sono alcune delle insidie con cui dobbiamo fare i conti in estate, trascorrendo i nostri soggiorni all’aria aperta. Ma con un po' di buon senso molte disavventure si possono evitare. “Una bella nuotata al mare? Può diventare un problema, se l'acqua è invasa da organismi fastidiosi come le meduse”, spiega il dott. Claudio Ragno, specialista in Allergologia e Immunologia clinica, che prosegue: "Le meduse pungono la pelle grazie alle cellule del rivestimento dei tentacoli (cnidociti) che, se toccate, estroflettono dei filamenti urticanti che penetrano immediatamente nella pelle. Subito dopo il contatto con la pelle avviene una reazione infiammatoria acuta caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e bolle accompagnate da una sensazione di dolore bruciante. Reazioni dovute all’effetto tossico del liquido contenuto nei tentacoli. Le meduse del Mediterraneo sono, per fortuna, poco pericolose e provocano solo reazioni nel punto di contatto, anche se, a volte, il contatto con le meduse può provocare lesioni cutanee a distanza di giorni dal contatto, con entità clinica seria”. 

Cosa fare quindi se si viene punti? 
“Innanzitutto non farsi prendere dal panico e, una volta fuori dall'acqua, verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle. In questo caso, devono essere tolte. Nella terapia di pronto soccorso usare aceto prima di applicare un bendaggio, o soluzioni diluite di ammoniaca. Il farmaco di elezione nel trattamento degli stati più gravi di reazione infiammatoria al veleno di medusa è lo steroide, in grado di controllare complicanze infiammatorie più gravi. Può essere utile, anche, l’applicazione di creme al cortisone e l’uso di antistaminici orali”.

Quali sono gli insetti che possono rappresentare un rischio per la salute dell’uomo se si viene punti?
“Gli imenotteri, cioè le api, le vespe, le zanzare, i pappataci, i tafani,i calabroni. Nei soggetti non allergici la puntura di questi insetti causa solo una lieve, ma fastidiosa reazione locale, dovuta all'azione tossica del veleno, che scompare dopo breve tempo. Nelle persone allergiche, invece, possono comparire sintomi di intensità e gravità molto superiori che, in alcuni casi, comportano pericolo di vita. Per questa categoria di persone è importate, quindi, portare con sé cortisoni e antistaminici iniettabili, oltre che l’adrenalina autoiniettabile (disponibile in piccole siringhe): è un farmaco di primo soccorso piuttosto costoso che ai soggetti a rischio viene fornito gratuitamente dall’Asp e che serve a ridurre nell’immediato le complicanze, dando modo di raggiungere il più vicino ospedale per i successivi trattamenti”. 

Cosa fare per difendersi dai loro attacchi?
“Evitare di frequentare luoghi ad alto rischio, come orti, prati, edifici abbandonati, stalle, pollai, ecc... Evitare gli indumenti a colori brillanti e quelli neri, blu o comunque di colore scuro che attirano questi insetti. All'aperto indossare, se possibile, calzoni lunghi e camicie o bluse con maniche lunghe, calze e scarpe chiuse”. 

Quali allergie si possono scatenare in questo periodo? 
“Sempre in agguato sono quelle dovute agli acari della polvere. Un elemento particolarmente presente nei villini chiusi durante la stagione fredda. Alle persone allergiche che si accingono ad effettuare le pulizie di questi posti, se non possono rivolgersi a terzi per questa incombenza, si consiglia di coprire naso e bocca con una mascherina. Sono praticamente assenti, invece, le allergie pollinee, che riprendono a settembre con le prime piogge. Particolarmente diffuse sono le reazioni legate ad alcuni cibi tipici del periodo - come angurie, fragole, ananas, banane, agrumi, uva, ribes, lamponi – a causa delle istamine che contengono o che sono in grado di liberare nell’organismo. Per tale ragione, anche persone non allergiche, assumendo alimenti che contengono un’elevata quantità di questa molecola, possono avere reazioni. L'esempio più caratteristico di cibo talmente ricco di istamina da provocare problemi a chi lo assume è quello del pesce conservato troppo a lungo o in maniera inopportuna. E’ quello che è avvenuto recentemente nel palermitano con venti casi d’intossicazione da tonno, perché non era stato conservato alla temperatura ideale inferiore ai 4 gradi”.

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