Sempre malata. Talvolta letale. E’ l’aria che si respira nelle maggiori città della Peni-sola. Polveri sottili (specie quelle molto fini, che non vengono fermate dalle mucose nasali e riescono a penetrare nell’organismo dalle vie respiratorie) e biossido d’azoto troppo spesso sopra la soglia; misure antitraffico ancora incapaci di modificare l’inquinamento dell’aria e, nei centri urbani di tutt’Italia non bisogna abbassare la guardia nei confronti del tasso di inquinamento atmosferico. L’impatto sulla salute dei cittadini è indiscutibile tanto che, ancora oggi, in Italia di inquinamento ci si continua ad ammalare.
Ma quali sono i danni a carico della salute dell’individuo e chi ne paga il prezzo più alto? Lo abbiamo chiesto allo pneumologo Giuseppe Peralta, specialista in malattie dell’apparato respiratorio che esordisce così: “Per effetto dell’inquinamento atmosferico hanno avuto un incremento i tumori polmonari, le malattie respiratorie nei bambini, sono aumentati i casi di attacchi acuti di bronchite cronica e si è registrato un aggravamento di quelli d’asma tra la popolazione. Fatto che ha comportato un aumento dei decessi fra le persone più sensibili a determinati agenti inquinanti come gli anziani e i pazienti affetti da malattie respiratorie e cardiovascolari. Una prova di quanto l’inquinamento sia deleterio per la salute dell’individuo è data dall’episodio del dicembre del 1952 quando a Londra, per effetto di una coltre di smog che ristagnò sulla città, morirono più di 4 mila persone già sofferenti di malattie polmonari”.
A che livello si concentrano i maggiori danni legati all’inquinamento atmosferico?
“Riguardano tutto il sistema respiratorio a livello bronchiale, provocando disagio e affezioni respiratorie acute”.
Quali sintomi accusa il paziente?
“ Tosse ed espettorato”.
Considerando che una misura risolutiva dell’inquinamento risulta difficile a meno che non si riesca a fermare il mondo, quali cure consiglia al paziente una volta che i danni sono manifesti?
“Intanto la prevenzione e a tal proposito torna utile fare un’importante distinzione tra asma e bronchite cronica. Per quanto attiene l’asma bisogna insistere sul fatto che anch’essa è una malattia cronica e che quindi va costantemente curata e non va curato solo l’attacco di asma . Per la cura esistono dei broncodilatatori a lunga durata d’azione come i beta2stimolanti di ultima generazione, e i corticosteroidi di natura inalatoria, che sono quelli che si usano costantemente nelle prime fasi delle patologie asmatiche. Per quanto riguarda la bronchite cronica, sempre più importante è l’uso dei nuovi valvolitici così com’è giusto, anche in questi casi, l’impiego di broncodilatatori e corticosteroidi che hanno efficacia soprattutto nelle crisi lievi. Nelle crisi più importanti,quando questi farmaci non bastano, per il trattamento dell’asma si passa allo steroide per via orale o intramuscolare. Nelle riacutizzazioni effettive dell’asma, sia nella bronchite cronica si usano gli antibiotici (da quelli di uso comune come la claritromicina e tutti i derivati delle penicilline, a quelli del gruppo della ciprofloxacina ad altri farmaci come la ciclosporina di seconda e terza generazione).
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