pagina 3 - speciale patologie osteoarticolari
Per curare l’osteoartrosi non solo intervento chirurgico ma anche prevenzione e infiltrazioni 
di acido ialuronico
di Giusy Egiziana Munda

La patologia più comune che colpisce le articolazioni è l’osteoartrosi, nella quale si riscontra una continua degenerazione della cartilagine articolare. Generalmente sono più colpite le articolazioni più usate, soprattutto se continuamente sottoposte al carico, come le ginocchia. “E’ una patologia che aumenta con l’età della persona e presenta un’evoluzione cronica”, spiega il dott. Fabio Bernetti, responsabile dell’unità funzionale di Ortopedia della Casa di Cura Santa Barbara di Gela.“Innanzitutto - continua Bernetti - va fatta una semplice, ma basilare distinzione tra lesione traumatica e lesione artrosica della cartilagine e, all’interno di quest’ultima, distinguere ancora tra lesione preartrosica e lesione artrosica da incidente. Questa distinzione serve a far comprendere al paziente che un intervento di cartilagine ha successo, ridonando normalità all’articolazione solo se viene eseguito su un paziente a condizione che la lesione sia di natura traumatica e non artrosica. In quest’ultimo caso, un intervento di cartilagine risulta assolutamente inutile”.

Qual è il danno più diffuso a carico del ginocchio?
“Quello meniscale, seguito dalla lesione del crociato e, meno frequente, è l’associazione menisco - legamento - cartilagine”. 

Chi soffre particolarmente di questo tipo di patologia? 
“Il menisco traumatico è molto diffuso tra gli sportivi. La lesione meniscale, invece, è una forma preartrosica che colpisce i quaranta – cinquantenni, prevalentemente di sesso femminile, per via della degenerazione del menisco legata all’avanzare dell’età. E’ una lesione che ha origine con un trauma (un esempio è il trac che la donna sente al ginocchio al momento di alzarsi mentre si occupa dei lavori di casa) e che va, comunque, operata in quanto non si può lasciare una persona di 40-50 anni con un simile problema, anche se il risultato non sarà uguale a quello di un giovane nel quale, invece, un intervento del menisco ha un recupero ottimale”. 

Quali fattori, oltre l’età, possono predisporre un soggetto alle patologie meniscali?
“I malallineamenti dello scheletro (come, per esempio, il varismo delle ginocchia), oppure l'obesità, e il tipo di lavoro del paziente. Le attività lavorative che, con il tempo, rendono più rapido il processo di degenerazione cartilaginea sono i lavori pesanti e quelli sedentari”.

Come si arriva alla diagnosi?
“La diagnosi è, in genere, di tipo clinico, nel senso che è sufficiente la visita dello specialista per fornire un esito certo, senza dover ricorrere a routinarie e costose indagini diagnostiche strumentali. Solo in presenza di dubbio, la diagnosi va integrata con risonanza magnetica. Oggi, purtroppo, si eseguono risonanze magnetiche a tappeto, creando liste d’attesa interminabili, per non considerare il danno economico dell’eccessivo uso di tali esami.Il medico di base dovrebbe essere più rigido e non prescrivere con certa leggerezza esami diagnostici inutili”. 

Come si cura questa patologia?
“L'obiettivo della terapia è di bloccare l'evolversi della patologia. La cura è soprattutto di artroscopia chirurgica. Ma i trattamenti variano a seconda del paziente. Così, se in passato si eseguiva un intervento di artroscopia in un paziente di 50 anni e si impiantava una protesi in uno di 60-65 anni, oggi il quadro è diverso. Si evidenziano casi di pazienti sottoposti ad artroscopia anche a 60-65 e oltre perché hanno una qualità di vita migliore che consente di mantenersi in buona salute anche in età avanzata. Comunque, si arriva al trattamento chirurgico solo quando le terapie farmacologiche orali non sono efficaci. Da qualche anno ha preso piede una nuova tecnica terapeutica: la viscosupplemantazione. Consiste in un’infiltrazione di acido ialuronico all’interno della cavità sinoviale del ginocchio per migliorare l'elasticità e la viscosità del liquido sinoviale. Il trattamento può essere eseguito su pazienti che non presentano un’osteoartrosi cronica e, soprattutto, nel post operatorio artroscopico in quanto migliora il recupero funzionale della sinovite post chirurgica e post traumatica. Questo, oggi, può essere considerato il migliore trattamento preventivo in soggetti obesi che ancora non hanno avuto un’indicazione chirurgica, in soggetti che vengono da un lungo periodo di trattamento farmacologico che non ha dato miglioramenti, ma anche economico, perché con poche infiltrazioni è possibile evitare gli ingenti costi di lunghe terapie farmacologiche spesso senza esito”.

Quale messaggio per i lettori?
“L’unico modo per curare una lesione meniscale è la prevenzione. Il paziente deve imparare a sottoporsi a visite preventive per valutare lo stato di salute delle proprie articolazioni e sapere per quanto tempo si manterrà. E’ importante che la gente comprenda che, quando un menisco si rompe, è già tardi per intervenire. Davanti ad un’artrosi grave l’unico intervento risolutivo possibile è quello chirurgico. Quando il paziente avverte i classici sintomi premonitori della patologia (dolore e gonfiore), non deve sottovalutarli, ma deve rivolgersi immediatamente al proprio medico di base e all’ortopedico”. 

Qual è la morale?
“Occorre fare buona informazione, cosa che non sempre avviene, e dev’essere chiara, corretta e calibrata al grado culturale dei lettori, proprio come fa il vostro settimanale”.

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