Ha riscosso un lusinghiero successo il recente convegno palermitano organizzato dal Centro Emodialitico Meridionale sulla malattia renale cronica dal titolo “Malattia renale cronica: percorsi fisiopatologici e terapeutici, uno sguardo al futuro”. All’importante evento hanno partecipato, oltre a diversi specialisti, numerosi medici di famiglia operanti sul territorio, vere e proprie sentinelle per il riscontro e l’eventuale prevenzione di questa patologia che, nonostante i nuovi presidi terapeutici, è in costante aumento. Presenti al convegno sono stati anche ricercatori di fama mondiale per indicare un percorso innovativo per la prevenzione, la diagnosi e la cura della malattia renale.
Ne abbiamo parlato con il Dott. Vincenzo Giannetto, specialista in Nefrologia e dirigente medico della sezione tecnico-dialitica del Policlinico e docente presso la Scuola di specializzazione in Nefrologia. “Il convegno è stata un’occasione d’incontro e confronto fra medici specialisti nel campo della Nefrologia e medici di base, un elemento importante questo, che favorisce la realizzazione del concetto di prevenzione che può esserci se c’è sinergia tra le forze in campo. E poiché i medici di famiglia rappresentano le prime sentinelle del sistema sanitario nazionale, grazie a loro si può sicuramente fare tanto per quanto riguarda la prevenzione della malattia renale”, commenta soddisfatto il noto specialista.
“E’ stato un convegno multidisciplinare - continua - con alla base la malattia renale cronica, affrontata sotto l’ottica e il punto di vista di diversi specialisti (parlo dei cardiologi, degli anestesisti, dei pneumologi e dei diabetologi), che sono, poi, coinvolti nell’evoluzione della malattia renale. Da queste considerazioni emerge l’augurio da parte degli organizzatori di poter ripetere un simposio analogo, con cadenza annuale, che riunisca diversi specialisti e, soprattutto, che miri a rilanciare un rapporto di collaborazione e d'interlocuzione con i medici di Medicina generale. Tutto ciò perché la moderna medicina si avvia ad essere - e vuole essere - sempre più una medicina preventiva piuttosto che curativa. La riuscita di tutto questo è riposta nel lavoro di sinergia tra tutti gli operatori del mondo della salute”.
Tra quelli affrontati, secondo lei, quale tema è stato di rilevante importanza?
“Quello sul rapporto tra le popolazioni migranti e la malattia renale. Un tema interessante, se si considera che in Sicilia è sempre più diffusa la presenza di popolazioni extraeuropee e, sebbene non vi siano ancora dati epidemiologici circa l’incidenza delle malattie renali sulla razza africana, per esempio, si iniziano a mettere insieme i numeri rilevati dalle diverse realtà che si occupano dei pazienti extracomunitari e quelli riportati sui registri della Sanità. Sarà possibile, così, stilare nei prossimi anni una mappa dell’incidenza delle diverse malattie su questo tipo di popolazioni. E poiché in Italia circa il 10% della popolazione è ormai costituito da immigrati (come ha riportato un recente rapporto dell’Istat), credo che sia veramente importante conoscere l’incidenza delle diverse patologie su razze diverse dalla nostra e la cui presenza è sempre più preponderante”.
Qualche altra considerazione ?
“Sì, e riguarda l’opportunità che l’evento ha offerto ai presenti di ascoltare una 'letio magistralis' del professor Giovanni Cerasola, direttore del Dipartimento malattie nefrourologiche del Policlinico di Palermo, e di recepire dalla sua relazione dati rilevanti e all’avanguardia riguardanti gli effetti cardiovascolari dell’insufficienza renale cronica e gli effetti renali della malattia cardiaca, che sono all’attenzione di tutti gli studiosi nel mondo”.
Quale iniziativa è scaturita dall’importante incontro?
“Il Centro di dialisi, promotore di questa iniziativa, in primavera lancerà una campagna d'informazione, ma, anche, di controlli gratuiti (cosa non nuova per la struttura, che l’ha proposta anche lo scorso anno), aprendo le porte a tutte le persone che ne volessero usufruire in modo del tutto gratuito. Di questo daremo ampia e dettagliata informazione tra qualche mese (e i nostri lettori ne saranno puntualmente informati, ndr)”.
Dal convegno sono emerse novità per quanto riguarda la terapia o il trattamento dialitico per i pazienti nefropatici?
“La presenza di chiari specialisti del settore ha fornito ai presenti l’input per mettere a punto nella pratica del proprio lavoro una strategia ottimale per affrontare il problema dell’ipertensione nei pazienti nefropatici. Dall’incontro è emerso che nel trattamento del paziente con insufficienza renale cronica esistono diverse metodiche, ma è sicuramente nostra intenzione e interesse sviluppare quelle che possono riuscire a dare una migliore qualità di vita e un migliore inserimento del paziente nefropatico nella società”.
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