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Come imparare a controllare lo stress in tre incontri
L’Associazione Nell’attesa avvia il primo di una serie di progetti nel campo della salute
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

Come ha scritto la scorsa settimana nel suo “punti di vista” il nostro direttore scientifico Diego Fabra, l’Associazione Nell’at-tesa, a partire dal prossimo autunno, si farà promotrice di diverse attività finalizzate all’educazione della salute, sotto forma di corsi. In questo numero vi diamo un’interessante anticipazione su un progetto che prenderà il via tra qualche settimana. 
Si tratta del corso gratuito dal nome “Percorso pedagogico esperienziale antistress”, condotto dalla dott.ssa Monica Valeria D’Addelfio, che consisterà in tre incontri di gruppo finalizzati a sperimentare l’approccio della pedagogia clinica, nell’ambito della quale la dottoressa è specializzata. L’esperienza, rivolta non al caso clinico specifico, o al disagio, o ad una problematica particolare, ha lo scopo di consentire ai partecipanti di sperimentare l’azione della pedagogia clinica nella gestione del proprio stress. La specialista selezionerà delle tecniche da far provare ai corsisti con lo scopo di aiutare a scaricare la tensione, ad abbassare il livello di ansia, favorendo il rilassamento. “Penso - spiega la D’Addelfio - di utilizzare soprattutto dei metodi finalizzati a stabilire la relazione all’interno del gruppo, a creare un clima di benessere e migliorare il benessere psicofisico della persona. Questo lo scopo dell’esperienza”. 
Alcune tecniche prevedono il coinvolgimento del corpo, altre, invece, si baseranno sull’uso di mediatori - come, per esempio, la pittura, la drammatizzazione, la poesia, la musica, la danza - che consentono alla persona di esprimere un proprio disagio, un problema interiore, anche senza doverlo comunicare verbalmente. “La tecnica o il mediatore da utilizzare non possono essere, ovviamente scelti a priori, ma solo dopo una conoscenza del gruppo”, afferma la dottoressa che continua: “Al primo incontro, infatti, l’osservazione delle prime attività o un colloquio informale, saranno fondamentali per aiutarmi a scoprire le necessità dei partecipanti, cosa si aspettano e cosa vogliono”.

Ma, dunque, per giungere alla conoscenza della persona, l’approccio è quello tipico della psicologia clinica, che prevede che il paziente parli di sé?
“No, non sarà il classico gruppo di discussione in cui ogni partecipante debba parlare: la cosa particolare è che la conoscenza di ognuno potrà essere fatta attraverso l’ausilio di strumenti di mediazione che aiutano ad esprimere il proprio vissuto in maniera libera e senza dover necessariamente parlare di sé. Sarà un’esperienza nell’ambito della quale il corsista, attraverso l’uso della tecnica che più gli piace, (come, per esempio, l’uso di uno strumento musicale, o di colori, o un gioco di drammatizzazione) potrà esprimere ciò che non direbbe a parole perché non sente di volerlo esprimere o perché non ne ha coscienza. Questo corso rappresenta un punto di partenza per far conoscere in modo esperienziale e a livello preventivo i benefici cui può portare la pedagogia clinica con l’uso di una tecnica ed una metodologia specifica. Per coloro che volessero essere aiutati a risolvere precisi problemi personali possono essere attivati percorsi successivi finalizzati ad obiettivi più a lungo termine” 

Il corso si terrà ad ottobre presso i locali dell’Associazio-ne Nell’attesa e sarà composto da un minimo di 8 a un massimo di 10-15 persone,. Per eventuali informazioni chiamare il numero 0916255846 dalle ore 9 alle ore 13.

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