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A settembre, screening gratuito per i bambini 
per la prevenzione dell'ambliopia e dello strabismo
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

Dai vividi colori estivi delle spiagge e del mare a quelli più dimessi dei banchi di scuola. Settembre è il mese della ripresa delle attività lavorative e di quelle scolastiche. Ma è anche il momento dell'anno più idoneo per sottoporre gli occhi dei nostri figli (prima del gravoso impegno scolastico) ad un'accurata analisi da parte di specialisti per riconoscere in tempo e prevenire le insidie di certe patologie della vista che possono portare a serie conseguenze. Per saperne di più abbiamo incontrato la Dott.ssa Rossella Macedonio, Dirigente sanitario del Centro oculistico Domus, e le ortottiste che collaborano con lei: la dott.ssa Giusi Mannino e la dott.ssa Ylenia Pillitteri. 

Cosa s'intende per ambliopia?
"L'ambliopia (nota anche come occhio pigro, ndr) è la perdita della capacità dell'occhio di vedere bene e nitidamente le immagini. In genere, l'occhio pigro presenta almeno 3/10 di diottria di differenza rispetto all'altro. E' una patologia più diffusa di quanto si creda: circa il 3 per cento della popolazione delle aree industrializzate ne risulta affetto. E' la causa più comune dei problemi di vista nei bambini".

Da cosa è determinata?
"Si è affetti da ambliopia quando il cervello e gli occhi non funzionano correttamente insieme. Nelle persone con ambliopia, il cervello fa lavorare più un occhio rispetto all'altro. Questo comporta che le immagini arrivino sfocate e che, quindi, vengano scartate".

Si può considerare un disturbo grave?
"No, anzi, è facilmente correggibile. Ma, se viene trascurato, diventa irreversibile. E' molto importante, perciò, che, come prima cosa, i bambini siano sottoposti ad una prima visita oculista introno ai due - tre anni. L'ambliopia, infatti, è curabile al 100% e i risultati sono maggiori se minore è l'età del bambino. La sindrome dell'occhio pigro, infatti, non dipende da un difetto dell'occhio, bensì dal cervello che ignora le immagini provenienti dall'occhio più debole. Alla lunga, questo provoca uno sviluppo non corretto della visione e, di conseguenza, un calo della vista".

Quali sono le cause? 
"Le più comuni - dallo strabismo ai vizi di refrazione - agiscono, in genere, nei primi anni di vita. Per questa ragione, un ruolo centrale è svolto dal pediatra, il primo che ne possa accertare la funzionalità visiva in un periodo dello sviluppo ancora idoneo ad eventuali interventi migliorativi. Come si vede, risulta di basilare importanza sottoporre i bambini il più precocemente possibile ad uno screening".

Da quali figure professionali sono seguite le attività all'interno del Centro che, a partire dal 21 settembre, offrirà un programma di screening gratuiti per gli occhi dei bambini?
"Da un'équipe composta da quattro oftalmologi e due ortottiste".

Cosa permette di verificare una visita ortottica?
"La presenza o meno di strabismi che, quando sono manifesti, sono ben visibili ai genitori. Il rischio è quando sono latenti, cioè, quando soffrono di forie: si tratta di un deficit di convergenza (o exoforie, cioè la tendenza degli occhi ad andare verso l'esterno), più che di un difetto refrattivo. Sono esse che determinano le difficoltà di lettura e scrittura di molti bambini a scuola. Quando si legge o si scrive, gli occhi devono compiere un movimento coniugato verso il naso (convergenza). Se questo movimento non avviene, le immagini risultano sfocate: Il bambino fa involontariamente uno sforzo maggiore per tenerli in asse. Questo determina affaticamento muscolare, cefalea e lo sdoppiamento dell'immagine".

Come si cura?
"Attraverso una terapia ortottica, il training ortottico, che consiste in una vera e propria ginnastica dei muscoli oculari (quelli che portano gli occhi verso il naso), in modo da consentire la fusione delle immagini provenienti dai due occhi. Viene eseguito presso il nostro Centro con varie sedute coadiuvate, anche, da una terapia da continuare a casa, più l'uso eventuale di una lente correttiva".

Come fa un genitore ad accorgersi che il proprio bambino ha problemi di vista?
"Ad allarmarsi sono, in genere, i genitori che notano che il proprio figlio ha un occhio storto. Ma non necessariamente un occhio storto è anche ambliope. Quella dell'occhio storto rappresenta la condizione che ci permette di supporre la presenza di un occhio pigro, ma non è certo che lo sia".

Sino a che età è possibile recuperare un occhio pigro?
"Il recupero è possibile se si interviene prima dei dieci anni d'età, sfruttando il periodo di non completa maturazione delle cellule ottiche, avvenuta la quale, sarà difficile risvegliarle anche con il bendaggio. Per queste ragioni, invitiamo le famiglie a voler sottoporre tutti i bambini in età prescolare a visita oculistica".

Quali sono gli strumenti correttivi?
"In genere, l'uso di lenti correttive. Non sempre, però, la correzione dell'occhio pigro presuppone l'utilizzo di lenti, in quanto la differenza tra l'occhio sano e l'altro è solo di qualche lieve diottria. L'impiego di lenti ha, tuttavia, lo scopo di far sì che il cervello ritorni a riconoscere le immagini di un occhio del quale, ricevendole da tempo in modo distorto e sfocato, aveva imparato a fare a meno. Se, nonostante l'uso di lenti, non si è registrato un recupero, si passa all'occlusione (bendaggio) dell'occhio sano. In pratica, è un trucco per costringere il cervello a servirsi dell'occhio ambliope e a stimolare l'occhio pigro a rimettersi in forma".

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