pagina 4 - medicina
Un convegno per parlare dei Disturbi
Specifici di Apprendimento
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

Quando un bambino va a scuola e appare distratto, svogliato, disturba gli altri, o è taciturno, non partecipa alle attività scolastiche e non impara, è il caso di considerare questo comportamento come un campanello d'allarme perché ha dei problemi. Lui non può spiegare il suo disagio perché non ne ha consapevolezza, ma potrebbe avere un disturbo specifico di apprendimento. Questo è ciò che ci raccontano le signore Maria Laura Guarrata e Loredana Marsala, mamme di due bambini, oggi giovani poco più che diciottenni, sofferenti inconsapevolmente, sin dalla scuola primaria, di disturbi specifici di apprendimento e, nella fattispecie, di dislessia. Un problema che si presenta durante i primi anni di scuola e comporta gravi difficoltà nella lettura e nell'apprendimento più in generale, ma che non è facile da diagnosticare se non se ne è a conoscenza. La dislessia e gli altri DSA non sono malattie nel senso comune del termine, ma disturbi generati dalle disfunzioni che interessano alcune aree cerebrali e che producono una difficoltà ad acquisire e automatizzare l'utilizzo del codice scritto.
Purtroppo, in Italia non vi sono sufficienti conoscenze sui DSA e, quindi, non abbiamo norme che tutelino i diritti dei ragazzi con questo disturbo, che hanno una normale intelligenza e che possono apprendere, sì, ma in maniera diversa. I soggetti con dislessia evolutiva in Italia sono, seguendo le stime più prudenti, almeno 1.500.000. Gran parte di loro ha avuto una carriera scolastica costellata d'insuccessi, con abbandoni precoci e con conseguenze sociali e professionali a volte molto pesanti.
"Vorremmo far comprendere le sofferenze, la fatica di un genitore che non si sente capito per aiutare il figlio negli studi, perché un disturbo dell'apprendimento è scarsamente conosciuto. Questo porta a sentirsi soli perché le enormi difficoltà affrontate non vengono riconosciute, ma spesso fraintese", racconta Loredana Marsala. "Occorre parlare di dislessia perché le storie simili a quelle dei nostri figli diventino sempre più rare", aggiunge Laura Guarrata. 
Da quando vivono questo problema, le due mamme, dopo essere venute in contatto con l'Associazione Italiana Dislessia, che in Italia ha diverse sedi e ogni sede territoriale è in linea con quella centrale che si trova a Bologna, ne sono diventate socie e rappresentanti della sede di Palermo. L'associazione si occupa fondamentalmente di formazione e sensibilizzazione rivolta, in particolare, alle scuole e alle famiglie sul disturbo e, laddove possibile, fornire le indicazioni relative ai possibili compensi. Purtroppo la dislessia è un disturbo che presenta diverse sfaccettature tali da renderne difficile l'immediato riconoscimento. Essa è infatti considerata un disturbo nascosto tanto da essere spesso confusa come scarsa volontà di studiare, generando, purtroppo, tutta una serie di conseguenze psicologiche che, se non prese in tempo, diventano difficili da eliminare.
Data l'importanza dell'informazione e della formazione su questo tipo di problema, sulla scia del convegno nazionale di fine aprile a Reggio Emilia, anche a Palermo il 14 maggio si terrà il convegno "Dislessia un percorso difficile, ma...". presso Palazzo Steri dell'Università degli Studi di Palermo, in piazza Marina. L'evento è rivolto a tutti coloro che sono interessati ai problemi della dislessia e dei disturbi specifici di apprendimento, in particolare in età giovanile e adulta: i tecnici che si occupano della diagnosi e del trattamento, i docenti che affrontano il problema nella scuola e all'università, i genitori e i dislessici adulti. 
Lo scopo del convegno sarà quello di dare informazione sul disturbo oltre che sotto il profilo specialistico, anche in relazione alla normativa nazionale e regionale riguardo la collaborazione tra i vari provveditorati agli studi e le Asl. Nel corso dell'incontro sarà valutata la possibilità di approvare una serie di circolari ministeriali che regolamentano la valutazione dei ragazzi con DSA dalla scuola primaria all'università, in seno agli esami di Stato. I provvedimenti ministeriali dovrebbero mirare a privilegiare l'esposizione orale, laddove possibile, e adeguare i criteri di valutazione. 
Importante sarà il tema dei dislessici adulti sia nell'ambito universitario che nell'ingresso nel mondo del lavoro.
Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito web dell’Associazione all’indirizzo www.aiditalia.org.

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