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A novembre il Congresso dei gastroenterologi siciliani | |
di Giusy Munda - giusymunda@nellattesa.it | |
A novembre si terrà il Congresso che avrà per tema “La continuità assistenziale in gastroenterologia, territorio - ospedale andata e ritorno”, organizzato per il quarto anno consecutivo dall'Aigo, con il coinvolgimento di circa 150-200 gastroenterologi provenienti da diverse parti del territorio siciliano. In questi anni, l’associazione ha cercato di favorire l’integrazione fra gastroenterologi e figure professionali, ad esempio con i radiologi, gli specialisti con i quali la categoria maggiormente si confronta quando si hanno dei dubbi. I radiologi sono stati invitati ai imposi organizzati dall’Aigo per confrontarsi con i gastroenterologi sulle patologie delle vie biliari e del pancreas, diagnosticabili attraverso una Tac o una risonanza magnetica. Analoga apertura è stata creata con gli anatomopatologi, cioè gli specialisti a cui vengono inviati i prelievi bioptici a seguito di un'endoscopia. Altro importante “ponte” è quello con i medici di famiglia proprio per rafforzare il concetto di continuità assistenziale. L'ultimo congresso, dal titolo “I rischi di chi rischia in gastroenterologia” era orientato sul rischio clinico. I medici spesso si occupano prevalentemente dell'efficacia dei loro gesti nel tentativo di curare la gente, ma si preoccupano meno di vedere quante volte questi gesti si traducano in un danno per il paziente. Nel prossimo congresso, invece, si punterà l'attenzione sull'efficienza, con riferimento, in particolare, all'appropriatezza del secondo esame endoscopico. Altro tema al centro dell'attenzione è quello della continuità assistenziale. Riguarderà tutte le malattie croniche e l'interazione tra medico di base e specialista nel trattamento della malattia da reflusso gastroenterologo, delle malattie infiammatorie croniche intestinali, delle malattie epatiche croniche come la cirrosi. Infatti, oggi il 10-15% dei casi sono dovuti non tanto a cause virali, ma al benessere che ha portato, oltre ad un incremento dei rischi di infarto o ictus, anche alla cirrosi epatica legata alla steatopatite, cioè all'accumulo di grasso nel fegato. |
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