pagina 4 - speciale odontoiatria
Laser per rimuovere la carie? 
D'alba: "A volte è utile, ma ancora oggi 
non esiste un valido sostituto del trapano"
 
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

Un po' per il dolore fisico, un po' per lo stridore inquietante del trapano, un po' per le vibrazioni che si trasmettono a tutto il corpo, fatto sta che le sedute dall'odontoiatra incutono, ancora oggi, tanta paura e sono sempre il motivo principale per cui tanti vanno dal dentista solo quando non ne possono fare a meno. "Purtroppo, però, ancora oggi un valido sostituto del trapano non esiste", osserva il Dott. Francesco D'Alba, odontoiatra e specialista in Chirurgia, che abbiamo raggiunto nel suo studio, per parlare delle novità tecnologiche applicate all'odontoiatria.

Dott. D'Alba, perché si cerca di trovare un'alternativa al trapano?
"E' una ricerca continua quella che porta a scoprire valide alternative, per eliminare il dolore e la necessità di anestetizzare il paziente" .

Quali alternative al trapano si stanno sperimentando?
"Sono stati condotti diversi studi per risolvere in maniera meno cruenta il problema della carie. Tempo fa, sono state proposte soluzioni che, attraverso l'impiego di sostanze solventi, avrebbero dovuto favorire la riduzione, o il blocco della carie in modo da non doverla più rimuovere con il trapano. A tal proposito, nel passato, è stato consigliato l'uso, soprattutto per i bambini, di un prodotto detergente ad azione antibatterica in grado di creare una certa sterilizzazione della cavità orale, consentendo d'intervenire contro la carie senza dover ricorrere a trapano ed escavatori vari. Il prodotto ha dato solo risultati parziali e continua ad essere utilizzato solo in pedodonzia (l'odontoiatria dei più piccoli). Per gli adulti, invece, si continuano a sperimentare tecniche alternative, tra le quali trova crescente efficacia il laser".

Quali e quanti tipi di laser sono più impiegati in odontoiatria?
"Estono vari tipi di laser e la ricerca tecnologica è in continua evoluzione nel tentativo di trovare sempre migliori soluzioni. Personalmente, credo ad un più ampio impiego del laser come alternativa al trapano. Un laser di nuova generazione è quello a NeodimioYAG (NdYAG) che, per la sua versatilità e sensibilità, ha trovato largo impiego in ambito chirurgico, dermatologico e oftalmologico e oggi, con alcune modifiche, si presta bene anche in campo odontoiatrico, anche se non è ancora in grado di sostituire interamente la strumentazione meccanica convenzionale. La continua sperimentazione conferma che lo NdYAG è in grado di vaporizzare la carie, pulire e sterilizzare la cavità del dente, incidendo lo smalto e la dentina, ossia le parti esterne del dente. L'incisione, però, non è precisa come quella del trapano. Col trapano, infatti, si riesce a fare un foro nella zona in cui si intende agire. Il laser, invece, che ha un'azione più ampia in quanto agisce demineralizzando il dente, crea un'apertura non precisa. Peraltro, la straordinaria azione sterilizzante sulla cavità orale del laser favorisce il blocco della carie. Purtroppo, nonostante la sua validità, sino ad oggi il laser non è in grado di sostituire totalmente il trapano il cui utilizzo risulta ancora inevitabile nelle operazioni di rifinitura delle otturazioni dentarie".

Demineralizzando il dente, non si rischia di renderlo più fragile?
"No, perché l'azione di demineralizzazione si esercita solo sulla parte esterna, rendendola più ricettiva ai materiali resinosi impiegati per la ricostruzione, consentendo un'otturazione più resistente. Si demineralizza, comunque, solo la parte interessata dalla carie, non tutto il dente, nella cui cavità invece riceve una forte azione sterilizzante ed indurente che lo rende più resistente ad altri attacchi di carie".

Per chi è maggiormente usato?
"Per i bambini che hanno molta paura del trapano. Il laser non è più silenzioso, ma è totalmente indolore, tanto da non richiedere la somministrazione di anestetico".

Come funziona?
"Il raggio laser, colpendo le goccioline d'acqua presenti sullo smalto, produce delle microesplosioni che polverizzano lo smalto procurando l'apertura del dente".

Quali i costi di un intervento con laser?
"Sono altissimi. E questo è anche dovuto al fatto che il suo impiego garantisce non pochi vantaggi, tra i quali l'eliminazione della sensibilità dentale e la sterilizzazione dei canali alveolari durante la devitalizzazione".

Lei utilizza questo tipo di laser?
"No. Il laser impiegato nel mio studio è quello a diodi. Rispetto al NdYAG non consente la microframmentazione dello smalto, ma permette di sterilizzare le cavità dentarie, favorendo l'eliminazione di tutti i batteri presenti. Il laser a diodi lavora in alternanza con il trapano per eseguire l'apertura del dente che, dopo essere stato sterilizzato, viene otturato".

Per quanto tempo l'impiego del laser garantisce la sterilizzazione della cavità dentale?
"Studi eseguiti sul campo hanno dimostrato una resistenza alla carie del dente sino a vent'anni successivi al trattamento".

Pensa che potrebbe essere la terapia anti-carie del futuro?
"Potrebbe essere. L'azione sterilizzante e antibatterica lo rendono uno strumento sempre più utile ed efficace nel trattamento della carie. Recenti studi hanno creato un gel e un collutorio (ancora in fase sperimentale) in grado, pare, di dissolvere la carie attraverso l'eliminazione dei batteri patogeni del cavo orale. Ci si sta muovendo verso una tecnica che miri alla bonifica dei batteri del cavo orale responsabili della formazione della carie".

E per quanto riguarda il vaccino, qual è il suo pensiero?
"Sono scettico al riguardo: i batteri presenti nel cavo orale sono diversi, occorrerebbe trovare un vaccino in grado di bloccarli tutti per evitare la formazione delle varie patologie del cavo orale. Mi trovo più favorevole alla ricerca sull'impiego delle cellule staminali. Considero, però, che la vera lotta in campo odontoiatrico si fa solo con la prevenzione: cioè, con l'igiene orale e la corretta alimentazione, fatta di pochi zuccheri e tanta fibra (che aiuta a rimuovere i residui). I genitori di oggi sono molto più attenti alla salute orale dei propri figli e questo si nota nella considerevole riduzione di quella componente distruttiva che si osservava, sino a vent’anni fa, nella bocca dei pazienti".

C'è un nesso tra patologia odontoiatrica ed ereditarietà genetica?
"Si parla di familiarità ed è un fattore determinante. Si è visto che genitori affetti da paradentosi, la famosa gengivite espulsiva, trasmettono questa familiarità ai propri figli. Questo comporta che almeno uno di loro soffrirà della stessa patologia. In questi casi, è importante seguire terapie preventive al fine di evitare di ammalarsi".

Una donna in gravidanza come può prevenire problemi di tipo odontoiatrico nel figlio che attende?
"A partire dal settimo mese di gestazione -ma va bene anche negli ultimi due tre mesi prima del parto - la futura mamma può assumere delle compresse di fluoro che servono a dare sostegno alla formazione dei denti del nascituro. Somministrazioni di fluoro sono disponibili anche per i lattanti e poi esistono compressine anche per bambini in fase di dentizione. Ma attenzione a non eccedere con il fluoro, in quanto si rischia di determinare la patologia dentale detta fluorosi. Il fluoro, dunque, va assunto con precauzione (meglio in alcuni momenti dell'anno; va evitato in estate perché il caldo lo farebbe fissare troppo ai denti, indebolendoli anziché rafforzarli) e chiedendo consiglio allo specialista. Fondamentale è istruire il bambino ad una corretta igiene orale e all'autodiagnosi che consiste nel controllare spesso i propri denti e, qualora si noti una macchia sospetta, rivolgersi prima possibile al proprio dentista per controlli più approfonditi, tenendo conto che una piccola carie, se presa in tempo, può essere facilmente eliminata, evitando che raggiunga la polpa del dente".

Cosa succede ad un dente devitalizzato?
"Si elimina il complesso vascolo-nervoso (formato da un nervo, un'arteriola e un capillare) che rappresenta il sostegno nutrizionale del dente. Una volta eliminato quest'ultimo, il dente continua ad avere una certa nutrizione dall'alveolo, ma al suo interno inizia un processo di demineralizzazione che lo porterà, nel tempo, a indebolirsi, rendendolo soggetto a facili fratture se non lo si protegge con una capsula".

Quali sono le sue considerazioni sull’implantologia?
"La trovo un'ottima soluzione per la sostituzione dei denti persi. Ottima, anche, nella sostituzione di singoli denti mancanti perché con l'implantologia si può agire sul singolo dente senza danneggiare quelli laterali. Si è rivelata un ottimo alleato per l'edentulo, ossia per il paziente senza denti, che può avere una protesi più stabile, piuttosto che la classica dentiera mobile, con tutti i problemi non solo di carattere masticatorio, ma soprattutto, di tipo psicologico, come il senso di inadeguatezza e di insicurezza. Al momento, gli impianti sono la nuova frontiera della tecnica odontoiatrica".

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