E'ormai superata la classica figura del dentista munito di pinze per l'estrazione e di trapano elettrico. Una figura che riempiva di spavento non pochi pazienti. Oggi gli studi degli odontoiatri si avvalgono di strumenti sempre più raffinati e di tecniche d'approccio al paziente ed al suo problema sempre meno invasive. L'interazione fra specializzazioni diverse ha permesso, quindi, di raggiungere traguardi impensabili solo alcuni decenni fa. Abbiamo incontrato il Dott. Giuseppe Nocera per parlare delle nuove frontiere raggiunte nel campo dell'Odontoiatria.
Dott. Nocera, lei è, tra le altre cose, uno specialista in gnatologia. Potrebbe spiegare ai nostri lettori in cosa consiste questa branca dell'Odontoiatria?
"Suo settore di applicazione è lo studio dell'occlusione dentale, ossia tutto ciò che va dalla piccola otturazione al trattamento ricostruttivo implantare, all'ortodonzia , cioè lo studio dello spostamento dei denti. Ma si occupa principalmente della disfunzione dell'articolazione temporo- mandibolare causata dalle malocclusioni, che possono essere dentali o iatrogene e derivare da protesi od otturazioni mal fatte. Lo specialista in gnatologia si occupa non solo di pazienti disfunzionali, ma a scopo preventivo, anche di pazienti normali, che per cause specifiche legate alla diversa altezza dei denti o alle diverse posizioni degli stessi, potrebbe avere nel tempo problemi di articolazione".
Sono in aumento i problemi di natura gnatologica?
"Si è registrato un certo incremento che, però, è apparentemente legato al fatto che oggi più medici pongono maggiore attenzione al problema, trattandolo. Spesso, cefalee, vertigini, dolori cervicali, blocchi della mandibola, difficoltà alla masticazione, usure dentali, ecc… possono essere sintomi di un'unica causa: la malocclusione dentale, cioé i cosiddetti denti storti".
Come si può intervenire?
"Attraverso l'ortodonzia, ma tentare di raddrizzare i denti storti, non sempre è una soluzione possibile perché potrebbero crearsi danni funzionali".
Quando un dente storto può essere raddrizzato?
"Quando, all'analisi, rivelano una situazione fisiologica normale, quindi dove non si sia in presenza di una sintomatologia di tipo articolare, né emicrania".
Dov'è possibile eseguirli?
"Presso il mio studio e presso il reparto di chirurgia maxillo-facciale dell'Ospedale Civico".
Quali sono i problemi che un odontoiatra affronta in maggior misura nella pratica quotidiana?
"La parte più considerevole è rappresentata dall'estrattiva e dalla conservativa, quindi da tutto ciò che riguarda le otturazioni, le devitalizzazioni, che oggi si eseguono con apparecchiature che ci permettono di raggiungere le radici più curve con minor paura di far danno. Nella pratica odontoiatrica quotidiana si eseguono anche piccoli interventi di chirurgia orale che vanno dalle estrazioni dentarie (denti e radici) alle incisioni di ascessi, dalle estrazioni di denti del giudizio complessi, all'estrazione di cisti, e poi ancora, apicectomie, gengivectomie, frenulectomie, ecc... Con le tecniche e gli anestetici moderni questi interventi di chirurgia orale una volta ritenuti dolorosi e spiacevoli si possono eseguire in modo assolutamente indolore. Grazie agli strumenti di ultima generazione come il laser o la tecnologia piezo-assistita, l'intervento stesso è molto più breve di un tempo e anche quello della guarigione si è ridotto al minimo".
E riguardo all'implantologia cosa può dirci?
"Si tratta di una tecnica che consente di riprodurre sia l'aspetto naturale che le funzioni dentali stesse, quali masticare, parlare e ridere, grazie a particolari protesi dentali. L'inserimento di impianti nelle ossa assomiglia molto da vicino alla struttura di un dente naturale. L'intervento consiste nell'inserimento nell'osso, privo di dentatura, di pilastri che, una volta integrati nell'osso stesso, potranno supportare un dente artificiale idoneo a svolgere la sua funzione. L'intervento chirurgico è assolutamente non difficile né doloroso, con una percentuale di riuscita elevatissima, ed avviene ambulatorialmente sotto anestesia locale".
L'implantologia è consigliabile a tutti?
"No, dipende dalla salute del paziente. Un paziente diabetico, per esempio, presenta dei limiti a questo tipo di intervento rispetto ad un paziente 'normale'. Le tecniche, comunque, sono state sempre più migliorate, come pure i materiali utilizzati al fine di renderli più accettabili dai tessuti ed evitare la non integrazione dell'impianto (rigetto). E' assolutamente controindicata nei pazienti trattati con terapia di bisolfonati. Si è visto, infatti, che in pazienti oncologici e in quelli affetti da osteoporosi, trattati con dosi massive o continuate di bisolfonati (efficaci nel trattamento dell'osteoporosi), a livello mandibolare si presentano osteonecrosi mandibolari. Ad un paziente trattato con bisolfonati sarebbe sconsigliato persino eseguire estrazioni, in quanto si potrebbero creare necrosi attorno alla ferita e l'osso non riesce a ricrearsi".
E nei pazienti con paradontite ?
"Un tempo era assolutamente vietata la posa di denti in pazienti che presentavano tale patologia, cosa invece oggi possibile purché si sia eseguita una bonifica dei denti colpiti da paradontite (piorrea), una terapia paradontale adeguata (laser assistita o tradizionale),la cura e la disinfezione delle tasche, delle gengive e si sia istruito il paziente ad una corretta igiene e a richiami continui e purché vi sia osso residuo sufficiente".
Attraverso quali esami si può capire se le condizioni di osso e gengiva consentono l'inserimento di un impianto?
"Fondamentale è il 'Dental scan' che consente uno screening del paziente. E' una TAC dentale che permette di conoscere l'altezza e lo spessore dell'osso, nonché l'indicazione della qualità e quantità di impianti da inserire con una percentuale di successo pari al 95%".
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