pagina 2 - SOLIDARIETA'
Bennardo Raimondi: una lieta fine 
per un triste caso

Molti di voi ricorderanno il caso, di cui più volte si è occupato il nostro giornale, dell'artigiano quarantottenne palermitano, Bennardo Raimondi , taglieggiato per anni dai "cravattari" e che senza lavoro e disperato aveva messo in vendita il proprio rene per affrontare le cure del figlio malato. 
Diversi gli appelli lanciati dal Raimondi senza esito, come l’ultimo, che riportiamo integralmente. 
"Mi chiamo Raimondi Bennardo Mario, sono un artigiano ceramista di Palermo, ho 48 anni e un figlio di 8 anni disabile. Vittima di usura, ho perso tutto e tutti, casa e attività. E dopo avere collaborato con le forze dell'ordine e con la magistratura, oggi mi sento ridicolo, sfruttato, abbandonato, stanco, povero ecc... 
Lo scorso anno, dopo avere reiterato le mie denunce e richiesto la riapertura delle indagini contro gli usurai, ho messo in vendita un rene. Per questo sono stato minacciato di morte, ho ricevuto qualche piccolo aiuto, ma nulla più e le minacce continuano. 
Avrei tanto lavoro da produrre, richiestomi da fornitori e amici, ma non posso neppure comprare la materia prima, l'argilla. Dunque, non avendo più cose da vendere e essendomi ridotto a elemosinare davanti le chiese e certe volte a chiedere i soldi per la benzina per portare mio figlio a fare la terapia riabilitativa, ho deciso - e stavolta sono costretto a farlo davvero perché nessuno più mi aiuta - di mettere in vendita un rene. 
Non si può vivere così senza futuro, senza dignità. Devo garantire un minimo alla mia famiglia, e nonostante le ripetute minacce di morte, oggi non mi spavento di nessuno. Mi spavento solo del futuro che lo Stato o le associazioni o altri non garantiscono più a persone che rischiano la vita per il rispetto della legalità. Lascio il mio numero che da parte vostra non è un impegno. 
Questo è un appello che in un certo senso vorrebbe rendere tutti responsabili di ciò. E se proprio volete aiutarmi, sapete cosa fare. Raimondi: 339 1327950"

Grazie anche all'interessamento del nostro direttore Michele Guccione, il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo ha deciso di offrire un contributo all'artigiano. "Non occorre che venda un rene", ha dichiarato Lombardo, nel corso dell'incontro che si è svolto a Palazzo d'Orleans. "Abbiamo ascoltato la storia di questo ceramista”, ha proseguito il Presidente del Governo regionale. “Avuta la conferma del suo racconto, utilizzeremo i fondi riservati per consentirgli di far ripartire la sua attività restituendogli la dignità di uomo e di artigiano che gli è dovuta".

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